C’è l’accordo, l’alunno iperattivo torna in classe

Era stato allontanato dalla scuola perché troppo vivace. Per lui è stato messo a punto un programma speciale. Un medico seguirà l’inserimento. Il preside: era ciò che chiedevamo

È rientrato in classe, una prima della media Rinascita, il ragazzino «iperattivo» allontanato dalla scuola perché non riusciva a seguire le lezioni e aveva un comportamento aggressivo nei confronti dei compagni e degli stessi insegnanti. Secondo la famiglia il provvedimento era stato assunto per il rifiuto di assumere psicofarmaci. Ma il professor Pietro Calascibetta, dirigente scolastico della scuola, nega: «La presenza del ragazzino nella classe era da tempo diventata insostenibile – dice –. Per questo avevamo chiesto che fosse seguito da un medico perché insieme potessimo affrontare i suoi problemi. Ma non avevamo mai trovato collaborazione da parte dei genitori».
La situazione col passare del tempo si faceva più critica: per tre volte il ragazzino «iperattivo» veniva allontanato dalla scuola, ogni volta per un paio di settimane, ma i provvedimenti non sortivano alcun effetto, e i rapporti con la famiglia peggioravano. Da qui la decisione del dirigente scolastico di segnalare il caso al tribunale per i minorenni, perché «controllasse la crescita dell’alunno». «È stato a questo punto – continua Calascibetta – che la famiglia si rivolgeva al tribunale civile per ottenere l’annullamento del provvedimento di allontanamento». Il caso diventava dunque di natura giudiziaria, ma il giudice cercava di comporre il dissidio scuola-famiglia attraverso un’intesa su quel che si poteva fare per far tornare l’alunno sui banchi di scuola.
L’intesa è stata raggiunta. «La scuola – dice con soddisfazione l’avvocato Cristina Crugnola che ha tutelato la famiglia del ragazzino davanti al giudice – ha accettato la direttiva del medico che ora segue il caso: l’alunno torna in classe e per un numero di ore in più rispetto a quelle previste. Resta solo il rammarico che si sia stati costretti a ricorrere alla magistratura per far rispettare il diritto alla frequenza scolastica in una scuola pubblica».
Nel verbale di chiusura del procedimento civile si chiede che l’intesa raggiunta venga segnalata al tribunale per i minorenni dove resta aperto il procedimento promosso dalla scuola Rinascita a tutela dell’alunno «iperattivo». Dal canto suo il professor Calascibetta ha così commentato la conclusione della vicenda: «Finalmente la scuola ha ottenuto che un referente medico si occupi della cura della patologia del ragazzo (ampiamente certificata e segnalata) e dia sostegno alla famiglia. Ora l’allontanamento del ragazzo non è più necessario. Il ragazzo è rientrato a scuola e il giudice civile ha dichiarato estinta la causa per mancanza del contendere. Ricordiamo che le richieste di cure per il ragazzo erano state avanzate fin dall’inizio dell’anno scolastico, in mancanza di qualsiasi ausilio ci si è trovati di fronte all’unica soluzione possibile per salvaguardare il ragazzo e i suoi compagni: l’allontanamento. Ora la scuola potrà sviluppare un piano educativo individualizzato, con la speranza che si possa ristabilire un clima di collaborazione con la famiglia».


Il ragazzino, dopo le lezioni, dovrà sottoporsi a un trattamento psicanalitico, in alternativa alla pillola farmaceutica. Perché comunque il problema che sta alla base della vicenda resta. E riguarda spesso molti altri ragazzino delle nostre scuole.

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