C'è troppo individualismo scopriamo il "noi" per una destra "nuova"

Angelo Mellone e Federico Eichberg con il libro "Il domani appartiene al noi" smuovono il dibattito culturale della destra italiana

C'è troppo individualismo 
scopriamo il "noi" 
per una destra "nuova"

I lettori del Giornale ricordano bene Angelo Mellone, è stato per diversi anni, nostro editorialista e non hanno certo dimenticato la sua vivacità. E’ uno dei pochi intellettuali di destra che, con spirito autenticamente liberale, continua a interrogarsi sul futuro del Paese, sulla qualità della democrazia, sulle dinamiche politiche e sociali. E’ eclettico e imprevedibile. Non si accontenta di risposte politicamente corrette. Con Federico Eichberg, docente universitario e apprezzato saggista, Mellone ha scritto un libro, edito da Rubettino, che si propone di smuovere un dibattito culturale che in Italia da tempo è bloccato sulla diatriba Fini-Berlusconi o sull’incidenza del leghismo. Il titolo è accattivante “Il domani appartiene al noi”, il sommario forse un po’ criptico “150 passi per uscire dal presentismo”, la formula decisamente originale: anziché proporre un saggio o un pamphlet, Eichberg e Mellone costruiscono una riflessione sul futuro della società italiana, dipanandoli – nel 150esimo anniversario dell’unità d’Italia – in 150 paragrafi, brevi, scritti in punta di penna, che si possono leggere sia in sequenza sia saltellando da una pagina all’altra.

Un saggio che non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma soprattutto al grande pubblico. In decisa controtendenza i due autori contestano la prevalenza di quello che definiscono “un individualismo di antropologie deboli centrato sul consumo nevrotico dell’oggi” e individuano nel “Noi” ovvero nel senso di un’appartenenza collettiva, la chiave per costruire una società migliore. Un “noi” che non è fascista, né comunista e nemmeno socialista. Un “noi” moderno, innovativo, che deve partire dalla comprensione del presente.

Per spiegare cos’è l’Italia oggi, Eichberg e Mellone attingono alla filosofia, alla politica, ma anche a fatti di costume, di spettacolo, alla sociologia, alternando riflessioni profonde e annotazioni su fatti minori che, a dispetto di un’apparente marginalità, aiutano a capire l’anima del Paese. Spiegano come certa sinistra sia diventata destra e viceversa, colgono le ipocrisie di alcuni moralismi giornalistici, denunciano le “speculari indulgenze” del mondo politico, spiegano come la società moderna abbia assopito la coscienza di molti italiani.

Le prime 130 pagine sono più convincenti rispetto alle ultime 30, nelle quali emergono contraddizioni tra certe visioni “globalisteggianti” e alcune peculiarità italiane.

Non tutte le analisi sono condivisibili, ma nessuna è immotivata e pagina dopo pagina, il lettore è costretto a riflettere, a scoprire aspetti di se stesso o del proprio contesto sociale, in una prospettiva alta e di destra; forse a scoprire nuove ambizioni. Insomma, a uscire dalla bolla sovente illusoria dell’Io politico e sociale.

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