
«Le faccio un esempio. Tu sei qui, seduto in questo bar, magari stai sorseggiando tranquillamente un caffè e mentre guardi la piazza dalle vetrate sei obbligato ad assistere a scene assurde. Su quelle panchine là davanti, in mezzo alla piazza - le vede? - chiunque fa qualunque cosa davanti a tutti, compreso urinare. Quindi capisci che si comportano così perché si fanno forti dell'impunità, sanno di poterlo fare, alla fine non è un reato da codice penale. Mi creda, da queste parti è sempre peggio. E non parlo solo degli stranieri anche se in questa zona di Milano la situazione è precipitata a causa dell'immigrazione massiccia».
Ore 14 di ieri, bar pasticceria «Romeo» in piazzale dalle Bande Nere. Parliamo con il titolare del locale e siamo arrivati qui dal vicino piazzale Gambara, deserto dopo che la sera prima c'è stato un omicidio e un tentato omicidio in un negozio che dà proprio sul piazzale. Sabato intorno all'ora dell'aperitivo, le 18.30, infatti un italiano è entrato in un piccolo panificio pasticceria dove tre stranieri - due uomini ucraini e una donna moldava - da un paio d'ore stavano bevendo e conversando tra loro davanti al bancone. Inizialmente l'italiano sembra essersi unito alla conversazione dei tre stranieri, quindi all'improvviso ha estratto una pistola sparando sei colpi calibro 38, come hanno confermato i reperti della Scientifica. Ivan Disar, 45 anni, piccolo artigiano con qualche precedente alle spalle è morto sul colpo, mentre in ospedale al San Carlo è finito gravissimo l'amico connazionale Pavel Kioresko, 26 anni, salvato in extremis da una lunga e delicata operazione. La donna che era con loro, una colf 49enne di origine moldava, è fuggita in preda al panico mentre l'assassino a sua volta scappava via correndo. Una volta rintracciata è stata proprio lei, testimone oculare del fatto (il titolare del panificio, un sardo di 72 anni, al momento degli spari era sul retro del negozio, ndr) a spiegare al pm Carlo Enea Parodi e agli investigatori della squadra mobile guidati da Alfonso Iadevaia che l'assassino si era irritato all'improvviso per una banalità del tutto estemporanea venuta fuori nell'atmosfera un po' «alticcia» del momento conviviale. Ed era stato a quel punto che aveva estratto la pistola iniziando a sparare contro i due ucraini.
Il quartiere a ovest della città, poco lontano dal Pio Albergo Trivulzio ma anche dalla zona Fiera, negli ultimi anni ha conosciuto una notevole escalation di reati predatori. Ora l'omicidio avvenuto in un orario in cui la gente in giro era tanta, di sabato pomeriggio a due passi dai locali dell'aperitivo e dall'uscita della metropolitana, ha spinto ieri mattina i residenti a rinchiudersi in casa.
«Per forza, la gente ha paura. E non potrebbe essere altrimenti - ci spiega un uomo che lavora al Brico di piazzale Bande Nere da 26 anni e fa il direttore da 15 -. Quindici anni fa nel nostro negozio chi rubava prendeva le botte e pagava il doppio del valore dell'oggetto rubato purché non venissero avvertite le forze dell'ordine, oggi quando li fermiamo in flagranza ci sfidano beffardi dicendoci chiama la polizia. È cambiata radicalmente la situazione. Chi delinque lo ha capito. E chi ruba sa benissimo di farla franca o di rischiare davvero poco».
Il titolare della bar pasticceria «Romeo» ci racconta che nella zona, e proprio all'interno dei locali, vengono rubate tante borsette alle donne che, magari distratte, se ne accorgono troppo tardi. «L'ultima volta qui da noi è successo la settimana scorsa, poi siamo risaliti ai particolari dell'intera vicenda scorrendo le immagini delle telecamere interne al nostro locale - spiega -. Eravamo tutti incantati da una coppia di clienti stranieri con un bambino bellissimo.
E così non ci siamo accorti che mentre uscivano dal bar e il marito si parava davanti alla telecamera, la moglie ne approfittava per sottrarre la borsa a un'altra cliente straniera seduta al tavolo, nascondendola sotto il passeggino».
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