
Siamo abituati a vedere il principe William sorridente e affabile durante i tanti eventi pubblici in giro per il mondo organizzati con settimane o addirittura mesi di anticipo. La mole di questi appuntamenti ci porta quasi a credere che i doveri di un erede al trono non vadano oltre i viaggi ufficiali, le inaugurazioni, i gala, le visite a charity e scuole. In realtà questa è solo la parte visibile del lavoro e delle responsabilità di un principe come William destinato, un giorno a diventare Re. C’è un lato più nascosto, riservato, addirittura segreto in certi casi, ma necessario alla preparazione per la futura ascesa al trono: quello legato alla politica e al potere. Nell’ultimo anno, infatti, William avrebbe incontrato, lontano dalle telecamere, proprio alcuni rappresentanti del governo e dei servizi segreti, ma nessuno sa a quale scopo.
William e l’MI6
Nel primo pomeriggio del 13 giugno 2024 il principe William fece una “visita segreta”, come la definì l’Express, al Secret Intelligence Service (SIS), meglio conosciuto come MI6. Si tratta dell’agenzia di spionaggio britannica, con sede a Vauxhall Cross, che si occupa di proteggere il regno dalle minacce esterne ed è diventata celebre in tutto il mondo grazie al personaggio di James Bond, creato da Ian Fleming.
La visita di William al quartier generale dei servizi segreti apparve fin da subito insolita, molto diversa da quelle che vediamo quasi ogni giorno attraverso gli scatti, i video, o le dirette sui profili social ufficiali della Corona. Per prima cosa i fotografi e le telecamere non vennero ammessi. Inoltre l’incontro non fu annunciato in anticipo: Kensington Palace si limitò a darne notizia sul Court Circular, ovvero una sorta di diario, di lista che riporta gli impegni quotidiani già svolti dei membri della royal family. Uno scarno comunicato informò soltanto: “Questo pomeriggio il Principe di Galles ha visitato il Secret Intelligence Service”.
Non sappiamo quali furono gli argomenti di discussione, dove si svolse con esattezza l’incontro, né il nome degli interlocutori del principe. Non è chiaro neppure se William abbia avuto la possibilità di parlare con il capo dell’intelligence, Sir Richard Moore. Il Palazzo reale non avrebbe voluto fornire altre informazioni in merito. Quella del 13 giugno 2024 non fu la prima visita dell’erede al trono alle sedi dei servizi di sicurezza, ha ricordato il Mirror. William aveva già incontrato gli agenti dell’MI6 il 26 aprile 2012, il 28 giugno 2017 e il 23 febbraio 2022. Tutte le occasioni sono riportate anche sulla Court Circular.
Nel 2012 e nel 2017 era presente anche Kate, allora duchessa di Cambridge. Stando al magazine Hello nel secondo caso il meeting sarebbe stato annunciato per tempo e un portavoce di Kensington Palace aveva anche affermato: “La royal family ha una lunga storia di sostegno ai servizi di sicurezza e questa visita [rientra nel solco] di quella tradizione”. L'incontro del 2022, invece, ha ancora oggi una rilevanza particolare, poiché era avvenuto poche ore prima dell’attacco russo all’Ucraina. Impossibile dire se sia trattato di una coincidenza, sebbene almeno in apparenza abbastanza strana, anche perché, come per tutti gli altri incontri, Kensington Palace non aveva dato ulteriori dettagli.
Sappiamo qualcosa in più delle visite relative al 2019. Quell’anno il principe di Galles aveva collaborato per tre settimane, dal 18 marzo al 5 aprile, come specificato dalla Court Circular, a stretto contatto con l’MI5, l’MI6 e il GCHQ (cioè il Government Communications Headquarters, l’agenzia governativa con sede a Cheltenham che si occupa della sicurezza nelle comunicazioni) per capire come lavora e come funziona questo tipo di agenzie.
Scambio di informazioni segrete?
A proposito del periodo trascorso tra gli agenti segreti William, citato dal sito del GCHQ, ha dichiarato: “Queste agenzie sono piene di persone provenienti da background comuni che fanno un lavoro straordinario per mantenere la nostra sicurezza. Lavorano in segreto, spesso non possono parlare nemmeno alle loro famiglie e ai loro amici del lavoro che fanno, o delle tensioni che affrontano. Sono guidati da un patriottismo senza pari e da una dedizione alla salvaguardia dei valori di questo Paese”.
Sembra di intuire che per l'erede al trono sarebbero stati davvero formativi esclusivamente i contatti avuti con l’intelligence nel 2019. Tutti gli altri potrebbero essere stati dei colloqui sulle situazioni politiche dei periodi a cui fanno riferimento, magari con uno scambio di informazioni segrete (per esempio per quel che concerne la guerra in Ucraina). In realtà non c’è nulla a dimostrare che le cose stiano davvero così.
Non possiamo escludere, infatti, che il principe sia stato semplicemente istruito sulle attività delle agenzie anche durante le altre visite, oppure che i funzionari gli abbiano spiegato il metodo di lavoro dell’intelligence e, contemporaneamente, lo abbiano messo a parte di dati riservati. Sarebbe poco probabile la possibilità secondo la quale tutti gli incontri sarebbero serviti solo per comunicare al principe notizie segrete. Non ve ne sarebbe stato bisogno. Al contrario William, nel ruolo di erede al trono, deve conoscere bene le agenzie di sicurezza che difendono la nazione su cui regnerà un giorno. Non sono conoscenze che può permettersi di ignorare.
Il principe al Ministero della Difesa
Il 30 gennaio 2025 il principe William, come ha riferito il Mirror, si è recato a Whitehall, nel quartier generale del Ministero della Difesa. Un “impegno ufficiale”, ha spiegato il quotidiano, che ritroviamo anche sulla Court Circular, ma tenuto “misteriosamente privato”. Come già successo con gli incontri all’MI6 i media sono stati tenuti a distanza e Kensington Palace ha rifiutato di dare ulteriori notizie sull’incontro e sull’identità dei partecipanti.
Con la sua futura ascesa al trono William diventerà anche il capo delle forze armate britanniche, dunque non sarebbe strano se anche questa visita rappresentasse, per lui, una sorta di addestramento, una tappa obbligata per comprendere al meglio come agisce, come si difende, come vive uno Stato. Il suo meccanismo più profondo, potremmo dire. Certo il periodo molto complicato che tutto il mondo sta vivendo potrebbe farci pensare, come già ipotizzato per quanto riguarda i colloqui con l’MI6, che anche il Ministero della Difesa britannico possa condividere con il principe delle informazioni riservate, oltre a istruirlo. Anche in questo caso, però, mancano le prove.
Il Mirror, però, ha messo in evidenza la distanza ravvicinata tra l’impegno al ministero e l’incontro, tenutosi il 27 gennaio 2025, tra il principe di Galles e il premier Keir Starmer. Un colloquio “strettamente privato in cui qualunque argomento discusso è rimasto un segreto custodito gelosamente” ma, al pari di tutti gli altri citati, registrato sulla Court Circular. Tra l’altro per William sono state ore impegnative, visto che nello stesso giorno ha preso parte, con Kate, alla cerimonia ufficiale a Londra per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
A proposito del meeting con Starmer, però, va precisato un dettaglio importante: per tradizione all’erede al trono britannico è concessa un’udienza annuale con il primo ministro in carica. Si tratta di incontri sulla falsariga di quelli, più celebri, tra il sovrano britannico e il premier. Gli appuntamenti che riguardano il Re, però, sono settimanali e di solito si tengono il mercoledì, come ha puntualizzato la Bbc. Inoltre anche in questo caso, pur essendo “riportate nel Court Circular”, specifica il sito della royal family, “...il Re tratta le udienze come incontri privati", quindi "non viene redatta alcuna registrazione”.
Segreto o privato?
Per la verità, nonostante quanto sottolineato dai media, i meeting del principe William con l’intelligence, con il Ministero della Difesa e con il premier Starmer non sarebbero poi così “segreti”. Sono stati registrati dalla Court Circular, come abbiamo visto, quello del 2017 nella sede dell’MI6 sarebbe stato perfino annunciato. C’è una traccia importante e indelebile di questi appuntamenti nei documenti ufficiali. Di conseguenza, forse, il termine più giusto per definirli sarebbe “riservati”. Tra i due aggettivi c’è una sfumatura di significato non trascurabile.
Il discorso cambia per quel che concerne le conversazioni di questi incontri: in tal caso le parole “segreto” e “riservato” sono sovrapponibili, perché non ci sono dati verificabili. Neppure le fonti di Palazzo sono state in grado di formulare delle ipotesi, o almeno di fornire degli indizi attendibili. La teoria più credibile rimane quella relativa alla formazione del principe William in vista della sua futura ascesa al trono.
Tuttavia non possiamo sapere con certezza se, parallelamente a questo percorso di conoscenza politica, vi siano state anche delle rivelazioni di informazioni riservate. Se addirittura, in qualche modo, il primo sia stato usato anche per coprire, proteggere le seconde. In questa prospettiva la figura dell’erede al trono assumerebbe quasi i contorni di quella di un iniziato a chissà quale sapere esoterico (in questo caso relativo alla sicurezza nazionale).
Di una persona che non attende in modo passivo di regnare, bensì partecipa attivamente alla storia contemporanea del proprio Paese, pur rimanendo in quel cono d’ombra in cui si svolgerebbe la parte più misteriosa del ruolo di principe di Galles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.