
L'aveva messa nel mirino, il Napoli. E la vetta se l'è presa con quel ragazzone di Lancaster, nome che di per sé è già una garanzia. La decide infatti McTominay dopo un'ora di sofferenza, perché il valore del Monza è relativo, ma c'era l'orgoglio ferito a rendere i biancorossi un animale pericoloso. Quel che conta è però che Conte mette le gambe sotto al tavolo, nel giorno di Pasqua, sapendo di essere lì dove voleva essere. Il Napoli torna a vincere in trasferta dopo 3 mesi e sceglie il momento giusto per mettere tutte le pressioni addosso all'Inter, oggi a Bologna.
Una battaglia di logoramento, quella per lo scudetto, con il Napoli consapevole di riuscire a maneggiare bene le proprie armi: a Monza, più che uno scontro frontale, l'ha spuntata con la tattica del cecchino. Sapeva di avere di fronte una squadra disperata, solo orgoglio e muscoli: dentro quindi un centrocampo di palleggio, con la fisicità
di Anguissa in panchina. La strategia non ha pagato, ma il merito di Conte è stato quello di correggere se stesso. Partito con un finto 4-3-3 e Lukaku isolato, ha finito con una linea d'attacco a 4, premiato dal cross di quel Raspadori entrato in campo da 10 minuti e dallo stacco dello scozzese McTominay: per la sesta volta ha sbloccato uno 0-0 nelle gare del Napoli ed è il decimo centro stagionale, in questa sua prima esperienza italiana. Il Napoli capitalizza così al massimo una prova di campo sotto la sufficienza, ma eccelsa proprio perché ottenuta senza giocare bene. Di fronte aveva un Monza di fatto già retrocesso e in corsa solo per non essere la peggior versione di sé nella storia. Lo dicono i numeri e la comparazione con le versioni 2004 e 1994 in C1 e B, quando la media punti era comunque migliore dell'attuale. La curva contesta squadra e società («Onnipresente con i soldi di Berlusconi, don Abbondio senza i milioni») con lenzuolate che si susseguono.
Galliani in tribuna c'è,
De Laurentiis no, ma sin lì era stata la sua replica ai maldipancia di Conte a fare rumore. «Certe parole creano disagio», era stata la risposta del presidente alla constatazione contiana che «certe cose a Napoli non si possono fare». Tra queste, anche prendere un biglietto per l'interdetta trasferta in Brianza, sebbene poi allo U-Power sia sembrato di essere a Fuorigrotta, tanti i napoletani di Lombardia a colorare d'azzurro lo stadio.
Alla fine, così, il ruggito è stato ancora di Conte che acciuffa l'Inter e l'ultima parola su De Laurentiis: «A Napoli sto benissimo: chi mi prende sa che porto aspettative e crescono le ambizioni. Io posso fare da garante su tutto, ma non sono stupido, se non ci sono i mezzi necessari per fare questo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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