Il Genoa continua a stupire: i segreti della sua grande cavalcata

I numeri del Grifone di mister Gilardino sono impressionanti: 11 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta in 16 partite, 24 gol fatti e solo 6 subiti, balzo in classifica dal quinto al secondo posto a -3 dalla capolista Frosinone

Il Genoa continua a stupire: i segreti della sua grande cavalcata

Fino alla 15ª giornata poteva essere una pericolosa altalena, dalla 16ª si è trasformata in una cavalcata. In queste poche righe si può riassumere il cambio di marcia che ha fatto registrare il Genoa dopo il cambio di guida tecnica, da Alexander Blessin ad Alberto Gilardino. I numeri del Grifone con l’ex campione del mondo in panchina sono impressionanti: 11 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta in 16 partite, 24 gol fatti e solo 6 subiti, balzo in classifica dal quinto al secondo posto a -3 dalla capolista Frosinone, impegnata sabato nell’insidiosa trasferta di Perugia. Sono state le cinque partite fra il 29 ottobre e il 4 dicembre a portare Gilardino sulla panchina rossoblù: Blessin nelle sue ultime cinque gare ha raccolto solo due punti – due 1-1 contro Como e Brescia – e si trovava a 9 lunghezze dai Ciociari primi in classifica anche allora. Oggi la musica è cambiata: il Genoa ha centrato il quarto successo di fila con la vittoria per 1-0 contro la Reggina di Pippo Inzaghi grazie alla rete di Massimo Coda, bomber dalle 113 reti siglate in cadetteria.

Alberto Gilardino

Una partita difficile, dove il Grifone si è fatto sorprendere ad inizio partita da una Reggina che ha un disperato bisogno di punti, anche per via dell’imminente penalizzazione in classifica. Una partita non priva di emozioni, davanti ad una cornice di pubblico da categoria superiore, molto tattica e giocata a viso aperto dalle due squadre. Gara sempre difficile quella che viene dopo una sosta – lo ha ricordato anche mister Gilardino a fine partita – perché imprevedibile visto lo stacco temporale dal periodo giocato. Match che anche nel finale ha regalato emozioni: prima la traversa di Badelj a fine recupero su punizione e poi l’assalto dei calabresi su cui si è conclusa la partita, dopo una conclusione di Canotto deviata in corner dal portiere genoano Martinez.

Un Genoa che è quel giusto equilibrio fra esperienza e giovani, un mix che tanta fortuna ha portato ad altre squadre in Serie B. Non è un caso, infatti, che gli uomini chiave del Grifone siano due under 23, quei Dragusin e Frendrup – 21 anni tutti e due – che stanno tirando la volata con addosso l’elmetto di elementi più utilizzati dell’intera rosa. Il giovane centrale difensivo rumeno ha giocato tutte e 31 le partite stagionali, aggiungendo al suo personale score anche tre marcature, quelle con Modena, Spal e Cosenza. Difensore centrale sia con la difesa a 4 che a 3, può essere definito “pulito” – quasi un paradosso per un centrale difensivo – visto che non ha saltato neppure una gara in stagione e ha preso solo tre cartellini gialli, non andando mai in diffida. Il centrocampista danese, invece, si è dimostrato una scommessa vinta: diga in mezzo al campo e duttilità tattica per l’ex Brondby, smistatore di palloni capace di recuperare tanti palloni e di ripulirli per poi fare ripartire l’azione.

Genoa, festa sotto la curva

Altro tassello fondamentale per lo scacchiere tattico di Gilardino è Josep Martinez, ventiquattrenne portiere spagnolo in prestito dal Lipsia. Martinez ha concesso solo 13 dei 19 gol subiti dai rossoblù – nelle altre gare il portiere titolare è stato il croato Adrian Semper – e salvato il risultato più volte, compreso ieri sera, quando, come riportato sopra, si è superato con un miracolo a tempo scaduto su Canotto. La solidità difensiva – il Genoa è, insieme al Frosinone, la miglior difesa della categoria – viene accompagnata da una buona capacità realizzativa da un attacco capace di mettere a segno 40 gol.

Dietro al sempreverde Coda – 9 gol per lui in 25 partite – nella classifica marcatori del Genoa troviamo l’islandese Gudmundsson con 8 reti, seguito da Puscas a 4, da Aramu e Salcedo a 2 e da Ekuban a 1. Questo mix fra esperienza e giovani ha concesso a mister Gilardino la possibilità di cambiare spesso gli interpreti offensivi. Cambio che dobbiamo registrare anche nella disposizione tattica del Grifone: con Blessin il Genoa si è sempre schierato con la difesa a 4, con Gilardino, invece, più volte – compreso ieri sera – è stata proposta una difesa a 3 uomini, con due esterni a tutta fascia e una coppia d’attacco a 2.

L’ex bomber di Milan e Fiorentina da traghettatore si è rapidamente trasformato in elemento fondamentale. E sono i numeri a dargli ragione. Lui continua a predicare lucidità, equilibrio e maturità; consapevole, però, di quanto di buono è stato fatto fino ad ora e di quanto può essere ancora fatto in questo finale di stagione.

Curva del Genoa

Adesso mancano sette partite alla fine del campionato e il Genoa trova davanti a sé un calendario diviso in due parti: una prima parte più abbordabile e una seconda che sarà, indubbiamente, al cardiopalma.

Nelle ultime quattro, infatti, ben tre scontri diretti: prima a Bolzano contro il Sudtirol l’1° maggio, poi l’Ascoli in casa sabato 6, per chiudere contro l’attuale prima della classe Frosinone il 13 maggio e fra le mura amiche di “Marassi” il 19 contro l’attuale quarta Bari. Tre partite che, con ogni probabilità, ci diranno se la cavalcata iniziata dal 2-0 proprio contro gli altoatesini lo scorso 8 dicembre sarà quella del ritorno in Serie A.

Foto: Genoa CFC (Facebook)

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