In un calciomercato sempre più dominato dalle “offerte indecenti” della Pro League saudita, vera dominatrice di questa estate grazie all’enorme iniezione di petrodollari fornita dal ricchissimo fondo Pif, non tutti, però, hanno deciso di prendere la via dell’Arabia. La grande attenzione dedicata ai mega-stipendi offerti dalle squadre arabe hanno messo in ombra operazioni altrettanto interessanti, dalla lotta all’arma bianca tra le grandi della Serie A per aggiudicarsi i servigi dell’attaccante delle Furie Rosse Alvaro Morata al gran rifiuto di Lionel Messi, che ha scelto di trasferirsi in America. Esaminiamo quindi questi due “casi” e come si collocano nel mondo dorato dei calciatori top.
Il “caso” Morata
Visto il gran numero di talenti che hanno deciso di lasciare la Serie A verso destinazioni più danarose, le speranze dei tifosi delle grandi italiane sembrano riposte nel ritorno di un usato sicuro, un attaccante che ha dimostrato di far bene alle nostre latitudini. Alvaro Morata ha convinto alla Juventus ed è legatissimo al nostro paese sia per origini familiari che per il fatto di aver sposato una ragazza italiana. A sentire gli esperti di calciomercato, quasi tutte le grandi della Serie A si sarebbero presentate all’Atletico Madrid cercando di inserire l’attaccante della nazionale spagnola nella loro rosa al più presto.
Se Mourinho non smette di lanciare inviti social, anche Inter, Milan e la stessa Juventus gradirebbero molto il suo arrivo per rafforzare i rispettivi attacchi. Eppure, nonostante se ne parli da quasi un mese, Morata è tuttora aggregato all’undici di Diego Simeone, con i Colchoneros poco disposti a concedere sconti per lasciarlo partire. Una situazione piuttosto confusa che lascia i tifosi ed i vari ds con un palmo di naso. Quali sono i problemi che hanno impedito di chiudere questa operazione?
Quanto guadagna Morata?
Il primo ostacolo, niente affatto irrilevante in un calciomercato alla ricerca spasmodica dei saldi stagionali e dei parametri zero, è lo stipendio fuori misura che l’avanti della Roja percepisce al Wanda Metropolitano. Quando lo riportarono in Spagna dal Chelsea nel 2019, l’Atletico Madrid fu costretto a concedere a Morata uno stipendio colossale, circa 9 milioni di euro netti a stagione. Cifre del genere, nella Serie A del 2023, fanno spavento, specialmente quando, come in questo caso, non si può usufruire del controverso decreto crescita. Visto che nella squadra del Cholo Simeone non ha un posto da titolare, l’avanti spagnolo ha spesso accettato di tagliarsi in maniera cospicua lo stipendio pur di giocare, come fatto a suo tempo alla Juventus.
Dal 2020 al 2022, quando ha giocato in prestito per la Vecchia Signora, Morata percepiva circa la metà dello stipendio, con alcuni bonus non semplicissimi da raggiungere che l’avrebbero portato a 7,5 milioni. All’epoca, però, la Juve poteva usare il decreto crescita, risparmiando molto in quanto a tasse e contributi. Senza questa opzione, il taglio che Morata dovrebbe accettare sarebbe troppo pesante, una situazione che potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile.
Il problema? L’Atletico Madrid
A sentire chi vive di rumours di calciomercato, a trascinare i piedi sarebbe però la società madrilena, che non gradirebbe l’idea di lasciare andare via un talento molto utile alla causa a prezzo di saldo. Morata, infatti, ha un contratto con l’Atletico Madrid in scadenza il 30 giugno 2024 e, quindi, potrebbe giocare un’altra stagione con i Colchoneros. Nonostante si stia parlando di un classe 1992, Morata ha segnato 13 reti e fornito 2 assist ai compagni di squadra nell’ultima stagione, senza giocare in maniera continua e regolare. Se il valore del suo cartellino, nonostante sia in scadenza, si aggirerebbe sui 25 milioni di Euro, l’Atletico Madrid ha alzato le barricate e pretende che le varie squadre italiane paghino in pieno la clausola rescissoria presente nel suo contratto.
Qui si apre una vera e propria querelle, con una netta differenza tra le cifre fornite dal club e dall’entourage del calciatore. L’Atletico Madrid sostiene che la clausola si aggiri a circa 21 milioni, mentre il procuratore di Morata afferma che esisterebbe un gentlemen’s agreement concluso qualche mese fa che la farebbe abbassare a non più di 11 milioni. Dieci milioni, specialmente in questi chiari di luna, non sono noccioline e potrebbero impedire il ritorno del centravanti iberico nella sua amata Italia.
La scelta americana di Messi
Anche se le prime pagine dei giornali sono state occupate dagli stipendi principeschi offerti a varie stelle dei campionati top europei dalle squadre della Pro League saudita, la notizia forse più importante di questa sessione di calciomercato è passata quasi inosservata. Il fatto che il giocatore migliore del mondiale in Qatar, che ha fatto la differenza nella cavalcata vittoriosa dell’Albiceleste lasci Parigi per trasferirsi in una squadra della Mls, senza l’entrata a gamba tesa dell’Arabia Saudita, sarebbe stata la notizia dell’anno. Ancora più impressione ha destato il fatto che Messi non abbia scelto una delle squadre di vertice, quelle che stanno iniziando a cambiare gli equilibri del calcio americano ma l’ultima arrivata, l’Inter Miami di David Beckham, che finora ha faticato moltissimo in campionato.
Una scelta curiosa, dovuta al progetto ambizioso proposto e al fatto che la Florida stia vivendo un vero e proprio rinascimento economico grazie al gran numero di persone che hanno deciso di trasferirsi da altri stati americani. Miami, poi, è la capitale non ufficiale del Sudamerica, scelta dalle elite del continente per passare qualche mese in una metropoli dove lo spagnolo è più di casa dell’inglese. Questo non vuol dire che la Pulce Atomica abbia trascurato del tutto l’aspetto economico. Certo non guadagnerà i 300 e passa milioni a stagione che gli erano stati offerti dall’Arabia ma certo non avrà problemi da questo punto di vista…
Lo stipendio di Messi? Colossale
Il capitano dell’Argentina campione del mondo ha firmato un contratto da due stagioni e mezzo con l’Inter Miami che lo porterà alla fine della stagione 2025, con un’opzione che consentirebbe al club di estenderlo di un’altra stagione, che in America va da marzo a dicembre. I dettagli del contratto che lo lega con la società rosanero della Florida sono piuttosto contrastanti, con diversi numeri che sono circolati ultimamente ma, secondo il Miami Herald, il valore complessivo si aggira sui 150 milioni di dollari, qualcosa come 5 milioni al mese, certo non spiccioli. La cosa che, a sentire i bene informati, avrebbe convinto l’argentino ad accettare l’offerta dell’Inter Miami è che la società ha incluso un cospicuo pacchetto di quote azionarie nel contratto, tanto da farlo diventare uno dei proprietari della franchigia della Mls, campionato che non prevede promozioni o retrocessioni e che sta crescendo a ritmi vertiginosi in quanto a fatturato e popolarità.
Inoltre l’argentino avrebbe controllo completo dei suoi cospicui contratti pubblicitari e potrebbe gestire in maniera esclusiva i suoi diritti d’immagine. Secondo molti, infatti, la Apple gli avrebbe garantito una parte dei profitti generati dai nuovi abbonati al Season Pass del campionato, che in America è trasmesso da Apple TV+. L’Adidas, partner storico della Pulce, avrebbe garantito una percentuale dell’aumento delle vendite dovute al suo arrivo nel campionato americano. Un taglio di stipendio, quindi, solo apparente rispetto a quanto guadagnava al Parco dei Principi ma un netto cambio di passo rispetto a quanto guadagnano le altre star del calcio in America.
Quanto si guadagna in America?
I tempi dell’America destinazione ideale per campioni al tramonto, quando servivano stipendi colossali per convincerli a trasferirsi in un paese che aveva pochissima familiarità con il calcio sono ormai tramontati. La Mls, dopo le spese pazze dei Los Angeles Galaxy, quando Beckham ed Ibrahimovic prendevano stipendi mostruosi, ha deciso di cambiare rotta e pensare in maniera più organica a come diventare un campionato in grado di battersela ad armi pari se non con i campionati europei di vertice almeno con le altre superpotenze dell’emisfero occidentale. Il modello scelto, quindi, è una specie di ibrido: tetto salariale per i giocatori “normali”, più un numero limitato di designated players che possono sforarlo.
Se il salary cap per il 2023 è di soli 5,21 milioni di dollari, le varie franchigie della Mls lo hanno superato di slancio per portare in America alcuni giocatori ben noti ai tifosi europei. A parte messi, il titolo del più pagato se l’era conquistato l’ex Inter Xherdan Shaqiri: per portarlo in quel di Chicago, i Fire gli avevano garantito uno stipendio niente male, 8,15 milioni di dollari. Secondo in classifica l’ex Napoli Lorenzo Insigne, che a Toronto prende 7,5 milioni a stagione, seguito a ruota dall’ex Liverpool Javier Hernandez. Più lontano dal Chicharito, l’ex Juventus Federico Bernardeschi, pagato 6,3 milioni dal Toronto FC. Più economici ancora l’altro ex bianconero Douglas Costa e Christian Benteke, che prendono circa 4,5 milioni dai Los Angeles Galaxy e dal DC United.
Gli stipendi top? CR7 primo
Quanto è pesante il “sacrificio” sostenuto dalla Pulce Atomica? Non abbastanza da farlo uscire dalla top 5 dei calciatori più pagati al mondo. Il campione argentino pareggia, milione più milione meno, quello che percepisce ogni anno l’ex compagno di squadra al Barcellona ed al Paris Saint-Germain Neymar, il cui stipendio è di circa 55 milioni di dollari. Ben più pagato il riottoso Kylian Mbappè, ansioso di abbandonare i Rouge-et-Bleu ed accasarsi alla Casa Blanca: per trattenere il talentuoso attaccante a Parigi, il PSG si era spinto ben oltre il ragionevole, garantendogli uno stipendio valutato in circa 110 milioni di dollari all’anno. I primi due posti in classifica, manco a dirlo, sono occupati dalle nuove stelle pagate a peso d’oro dai club della Pro League saudita.
Per strapparlo al Real Madrid di Florentino Perez, l’Al Ittihad è stato costretto a fornire uno stipendio da mille e una notte al Pallone d’Oro Karim Benzema: l’avanti transalpino guadagnerebbe qualcosa come 211 milioni di dollari a stagione. Primo in classifica, però, è ancora Cristiano Ronaldo: il contratto che l’aveva convinto a lasciare le brume di Manchester per il solleone di Riyadh lo scorso dicembre è ancora il più ricco di sempre: 213 milioni di dollari a stagione, cifre quasi impensabili per gli esseri umani normali.
La scommessa di Messi è che, alla lunga, il ricchissimo mercato statunitense potrà garantirgli guadagni ancora superiori, specialmente una volta appesi gli scarpini al chiodo. Vedremo se l’azzardo pagherà o se, ancora una volta, sarà CR7 a ridersela di cuore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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