"Me la giocherò fino alla morte...". La carica di De Rossi (prima del debutto)

Il nuovo allenatore della Roma non nasconde le sue ambizioni: "Il contratto è di sei mesi, ho chiesto solo di trattarmi da allenatore, non da bandiera, calciatore, leggenda"

"Me la giocherò fino alla morte...". La carica di De Rossi (prima del debutto)
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Emozionato ma anche convinto di fare bene, Daniele De Rossi si è presentato ufficialmente come nuovo allenatore della Roma. Preso il posto dell’esonerato José Mourinho, l’ex Capitan Futuro è pronto al debutto, sabato 20 gennaio, alle 18.00 contro l'Hellas Verona.

Tornare a Trigoria è stato come tornare a casa per il nuovo tecnico giallorosso, dopo averci vissuto una vita da calciatore. La familiarità con l'ambiente e l'ottimo impatto con lo spogliatoio, il simpatico siparietto con Lukaku lo testimonia, possono essere d'aiuto per iniziare col piede giusto la nuova avventura. D'altronde in pochi conoscono Roma e la Roma come De Rossi, consapevole di giocarsi la chance più importante della carriera.

Sulle difficoltà mostrate dalla squadra, ecco la sua prima impressione: "Quando cambi è perché ci sono problemi, io non pensavo ce ne fossero così tanti, ma la società sì. Devo partire dallo 0-0, come nelle partite. In 3-4 giorni non fai in tempo ad analizzare tutto, ma per questioni di tifo la Roma l'ho seguita sempre, quindi è la squadra che conosco di più al mondo. Magari abbiamo accorciato il periodo di studio". Con l'obbiettivo stagionale ben chiaro: "Sarei contento se a fine stagione fossimo tra le prime quattro della classifica. È un obiettivo da puntare, non facile ma possibile".

Secondo alcuni, l'approdo sulla panchina giallorossa è arrivata troppo presto. De Rossi ribatte così:"Non si rifiuta la Roma. Come era successo ad Andrea Pirlo alla Juve. Ci sono uomini che rifiutano e altri che si mettono dentro. Non è nostalgia del passato, avrei detto no se pensassi che la squadra fosse mediocre, ma credo che la squadra sia forte e possa aiutare me nella fase di sviluppo della carriera".

Ma come sarà il calcio di De Rossi? La risposta è chiarissima: "Dire il mio calcio mi fa venire i brividi e l'ho sentito dire anche da allenatori che stimo. A parte da Guardiola, De Zerbi Simeone e Conte, che hanno spostato qualcosa nel calcio, io non sono al loro livello, penso che gli allenatori bravi li riconosci da come fanno giocare la squadra. Se la Roma, alla fine di questo percorso, sarà riconoscibile e sarà organizzata, sarò contento. Venire ricordato per uno che fa giocare bene la squadra e la fa vincere mi basta e avanza".

Poi fa chiarezza sulla durata del contratto, senza nascondere le sue ambizioni: "I Friedkin sono stati chiarissimi sul contratto e la durata. Io ho detto ok, mi va benissimo, mettete voi la cifra, mettetemi un bonus per la Champions e via. Li ringrazio per l'opportunità grande che sto ricevendo. Il contratto è di sei mesi, mi gioco le mie carte, ho chiesto solo di trattarmi da allenatore, non da bandiera, calciatore, leggenda. Io me la giocherò fino alla morte per rimanere qui, è sottinteso, con un gioco pulito. Sarebbe un sogno per me".

E la difesa sarà a tre o a quattro? Uno dei dubbi da sciogliere. "Mi sono innamorato di questo lavoro prima con Spalletti, poi Luis Enrique. Questi tipi di allenatori, che portano tanti giocatori in fase offensiva e che difendono a quattro, mi hanno fatto innamorare. Questa squadra gioca però da anni a tre, ora vediamo, si può anche difendere in un modo e attaccare in un altro tramite alcune rotazioni. Magari cambieremo durante la partita o a seconda dell'avversario".

L'esonero di Mourinho non è stato preso bene dalla piazza giallorossa, che ha messo nel mirino società e calciatori. Una situazione ambientale difficile che per fortuna che non spaventa De Rossi:"Io non ho bisogno di stimoli in più, non mi destabilizza. Quando si sceglie come rimpiazzare un allenatore così amato come Mourinho bisogna prendere in considerazione molti fattori. Se avessero preso altri allenatori sicuramente la reazione sarebbe stata peggiore, a breve termine. Nessuno toglie l'amore che hanno provato verso Mourinho, ma nulla impedisce loro di amare anche me continuando la scia d'amore allo stadio. Chiaramente, non mi hanno scelto per i risultati alla Spal, ma per tante altre cose".

Poi una chiosa proprio su Mourinho e il suo addio alla Capitale: "Non so se si è stufato o se la Roma l'ha fatto stufare, ma gli ho mandato un messaggio, lui mi scrisse quando accettai la Spal, era un gesto dovuto e giusto il mio. Non mi posso concentrare su altre cose ora, devo concentrarmi sulla Roma perché in questi giorni ho dovuto fare anche tante altre cose, le divise, il contratto, altre cose non di calcio. Non vedo l'ora di poter pensare solo al calcio".

C'è spazio anche per una battuta sull'ex compagno

Francesco Totti: "Ci siamo sentiti, mi ha mostrato felicità e stupore che era anche il mio. Ci siamo promessi di vederci, e lo faremo al più presto passando del tempo insieme al di là di chi allena la Roma".

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