Napoli a Francoforte: perché l’Eintracht può far penare gli azzurri

I detentori dell’Europa League vivono un parziale appannamento, ma restano un arnese incandescente, dal crack Kolo Muani in giù

Napoli a Francoforte: perché l’Eintracht può far penare gli azzurri

Era soltanto il maggio del 2016, ma sembra un secolo fa. Quante cose si sono infilate in mezzo, da quello spareggio salvezza contro il Norimberga. Ma non solo per fare volume. L’ascesa è stata soprattutto qualitativa. L’Eintracht Francoforte oscillava penosamente sul baratro che conduce alla cadetteria tedesca. Un fondale che ha soltanto lambito, per poi risalire clamorosamente. Un anno fa sollevava un’Europa League. Impensabile a guardarsi indietro. Oggi ci si gioca l’accesso tra le prime otto del continente. L’impressione è che la maggior parte delle chance di passare il turno si concentrino in riva al Meno. L’atmosfera sarà incandescente. Il Napoli è avvisato.

Eintracht, il cammino nel girone

A dire il vero la galoppata in Champions era iniziata con uno scivolone alla prima curva. Lo Sporting Lisbona aveva sbriciolato l’entusiasmo tedesco, imponendosi con uno sconcertante 0-3. L’Eintracht, guidato dal tecnico austriaco Oliver Glasner, aveva saputo ricomporsi sbancando il Velodrome di Marsiglia. Quindi il pari interno contro il Tottenham e una sconfitta a Londra, abbastanza per diluire le speranze di passaggio del turno. Con un rigurgito d’orgoglio, tuttavia, arrivavano i successi contro i francesi e, ancora più importante, quello in casa dei lusitani. Francoforte secondo, alle spalle degli Spurs.

Da Kolo Muani in giù: i punti forti

Partiamo dall’attacco, perché è questo oggi il reparto più luccicante. Lo zaffiro si chiama Randal Kolo Muani: classe ’98, nazionale francese, già autore di 14 centri in stagione. Centravanti di sostanza, ma anche di movimento e lucido intelletto. Tenerlo a bada sarà una questione complessa. Alle sue spalle giostra una vecchia conoscenza del pallone continentale: Mario Gotze. Al netto di qualche stop di troppo, quando è in vena il tedesco resta un formidabile frangitore di sogni altrui. Accanto a lui fluttua il funambolo danese Jesper Lindstrom, classe e intuizioni feconde. Scendendo ancora si fa la conoscenza del talento nipponico Kamada: nascerebbe trequartista, ma Glasner richiede che quei tocchi vellutati vengano dispensati in mezzo al campo, nel consueto 3-4-2-1 dell’Eintracht. In porta c’è l’affidabile ex PSG Kevin Trapp, mentre in difesa spicca il ventitreeenne Evan Ndicka, una valutazione di oltre trenta milioni di euro sul mercato. La squadra sa ingorgare la metà campo quando si ritira ed è abile a giocare sopra ritmo, spinta da una delle tifoserie più passionali d’Europa.

Le crepe su cui fare leva

L’Eintracht è la squadra che ha fermato la corazzata Bayern Monaco in trasferta, ma è anche quella che ha preso una recente imbarcata contro il non irresistibile Colonia. Il sesto posto in campionato è frutto di una stagione parzialmente appannata, che alterna risultati epici a performance atterrenti. L’ensemble di Spalletti può provare a giocare proprio su questi cali di tensione, minando alla base la sfrontatezza tedesca con un atteggiamento coraggioso. In questo senso, i limiti tecnici della retroguardia di Glasner, spesso in difficoltà quando deve uscire da dietro, suggeriscono di impostare una squadra alta, per addentare dove la carne è più viva. Il Francoforte ha già dimostrato, in stagione, di patire oltremodo chi lo affronta a viso aperto, senza temere la sua intensità.

Per rintuzzarne ulteriormente le ambizioni, Spalletti potrebbe senz’altro tagliare i rifornimenti al fronte offensivo sporcando la regia di Kamada con una marcatura dedicata. In Germania sarà certamente una serata intricata, ma considerando il valore del Napoli di questa stagione, non certo impossibile.

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