Dopo la standing ovation del pubblico bianconero durante la festa dei 100 anni della famiglia Agnelli alla Juventus, si torna a parlare di due delle grandi passioni di Gianluca Vialli: le auto e la beneficenza. Il compianto capitano della Vecchia Signora ha trovato un modo di continuare a far bene anche dopo la sua prematura dipartita: mercoledì 18 ottobre alle ore 16, infatti, andrà all’asta una delle sue vetture preferite, una fiammante Cadillac Eldorado del 1966. Parte del ricavato andrà alla fondazione dedicata all’assistenza dei malati oncologici fondata con l’ex compagno di squadra Massimo Mauro nel 2003. Questo è un lato poco conosciuto dell’attaccante cremonese, che per tutta la sua vita ha preferito mantenere un profilo basso, senza aver bisogno di sfoggiare costose supercar ed essere rincorso dai paparazzi.
La passione per le auto
La Cadillac di Vialli è solo una delle 40 vetture storiche che saranno esposte al pubblico martedì dalle 10 alle 18 a Palazzo Eblò, in Corso Regina Margherita a Torino, prima dell’asta organizzata dalla Casa Sant’Agostino per offrire ad appassionati e potenziali compratori un’occasione per vederle da vicino. La Eldorado del 1966 è ben diversa dalle tante auto sportive prestigiose presenti, dalle iconiche Lancia Delta alle Porsche, Jaguar fino ad una vera e propria chicca, una Peugeot 405 da corsa proveniente dalla squadra corse della casa francese. A dire il vero questa auto imponente, tutta cromature, con un enorme V8 da 7 litri non assomiglia per niente all’immagine understated dell’ex attaccante della Sampdoria. Questo transatlantico da più di due tonnellate e più di 340 cavalli ha il sapore di uno sfizio, un pezzo di quella mitica America anni ‘60 che, evidentemente, aveva lasciato un segno nella memoria di Vialli.
Eppure, nonostante la sua passione per i motori fosse ben nota nell’ambiente, il centravanti è riuscito a mantenerla in gran parte lontana dall’attenzione del pubblico. Un atteggiamento che sembra lontano mille miglia dall’ostentazione di certi campioni, Cristiano Ronaldo in testa, che non perdono occasione di postare sui propri social foto degli ultimi, costosissimi, capricci a quattro ruote. Vialli, peraltro appassionato di moda, si era concesso un lusso tutto sommato modesto nel 1992, dopo il miliardario passaggio dalla Sampdoria alla Juventus.
Invece di spendere uno sproposito per una Ferrari, scelse una delle vetture iconiche di quegli anni, una Saab 900 Turbo. La vettura della casa svedese, chiusa nel 2012 dopo il passaggio alla General Motors, era un po’ simile a Gianluca: potente, tecnicamente all’avanguardia ma quasi anonima. Se la incrociavi per strada sapeva sfruttare come poche altre i suoi 175 cavalli ma senza mai far girare la testa.
Una passione segreta
Vialli era fatto così: nonostante fosse adorato da milioni di tifosi, sia in patria che a Londra, dove divenne una bandiera del Chelsea, preferiva tenersi per sé le proprie passioni. Nonostante fosse seguito a vista dai terribili tabloid britannici, nessun eccesso, solo la capacità di mostrare classe e stile anche vestendo un semplice maglione. Dai tempi del Chelsea si era trasferito ad Eaton Square, una delle parti più esclusive del ricco quartiere di Belgravia, ma non aveva bisogno di girare con pacchiani Suv, circondato da un entourage come succede ai nostri tempi. A Gianluca piaceva quell’aria da paese troppo cresciuto della capitale britannica, dove è ancora possibile condurre una vita normale, senza bisogno di esagerare.
Uno dei pochi lussi che si concedeva erano le frequenti visite al ristorante San Lorenzo, dove lo chef gli ha dedicato addirittura un piatto, ma per il resto preferiva rimanere a casa, con la moglie Cathryn e le due figlie Olivia e Sofia. Le uscite pubbliche erano quasi tutte per eventi benefici, legate alle varie fondazioni che sosteneva. Non è dato sapere se magari, in qualche garage, ci sono altre chicche motoristiche che si era concesso negli anni ma questo importa davvero poco.
Il capitano bianconero sapeva quali sono le cose che contano davvero: la famiglia, gli amici e fare del bene al prossimo.Una lezione importante, specialmente nei nostri tempi complicati, dove certi giovani campioni non sembrano in grado di resistere alla tentazione dell’eccesso.
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