Romanticismo, ironia e napoletanità: ecco le reazioni al ritorno di Mazzarri sulla panchina del Napoli

Letteralmente un fiume di reazioni ha accolto il ritorno del tecnico livornese sulla panchina del Napoli, dagli sfottò degli avversari alla scaramanzia, passando per le dichiarazioni di De Laurentiis, ecco tutte le reazioni al ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina dei campioni d’Italia

Romanticismo, ironia e napoletanità: ecco le reazioni al ritorno di Mazzarri sulla panchina del Napoli

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Queste parole di Antonello Venditti possono essere utilizzate per spiegare in pochi ed efficaci termini il ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli a distanza dall’ultima volta. L'ultima partita dell’allenatore livornese in azzurro fu un Roma-Napoli del 19 maggio 2013, terminata sul 2-1 per i giallorossi. Oltre ad essere stata l’ultima gara di Mazzarri alla guida del Napoli fu anche l’ultimo gol di Edinson Cavani con la maglia partenopea. E da qui parta la prima reazione, che in realtà è pura scaramanzia dei tifosi partenopei sui social e non solo. Perché l’allenatore della Roma in quella partita era lo stesso che domenica ha sancito la fine dell’esperienza di Rudi Garcia alla guida del Napoli, ossia Aurelio Andreazzoli. A distanza di dieci anni dunque, ecco il ritorno, suggellato da poche e semplici parole del presidente Aurelio De Laurentiis su X: "Bentornato Walter!".

De Laurentiis Mazzarri
@ADeLaurentiis (X)

I tifosi del Napoli, prima di esprimersi sul ritorno di Mazzarri, si sono ampiamente espressi sull’esonero del tecnico francese. Nel limitarci a riproporre quanto il commissario tecnico della Nazionale Luciano Spalletti ha affermato in conferenza stampa l’altro giorno: “Mi ero preparato la risposta sul Napoli. Non credo sia giusto per Garcia fare paragoni o confronti con il passato. Ogni allenatore ha idee e storia. Deve essere giudicato per tutto: per chi sei, per tentativo di creare miglioramenti. Io lo stimo molto Garcia. Ha fatto vedere di essere perbene ed equilibrato. Non è stato giusto dal primo momento fare confronti con passato recente che fa parte di una storia bellissima, perché è stata una emozione bellissima", notiamo subito come tutti i tifosi abbiamo visto l’esonero deciso da Aurelio De Laurentiis come una vera e propria liberazione.

Troppa la differenza con la scorsa stagione, in termini di ambiente, di gioco e soprattutto di risultati. Ecco, dunque, la scelta di un ritorno alle origini, puntando sulla scelta dell’allenatore più longevo della storia del Napoli, Walter Mazzarri. I sondaggi sui social hanno tutti lo stesso risultato, circa il 65%-70% dei tifosi partenopei è favorevole al ritorno in panchina del tecnico. I motivi sono dei più disparati. Alessandro, tifoso azzurro residente a Milano, ad esempio, dice: “Allora sono convinto principalmente per due motivi, è un allenatore che conosce il Nostro ambiente, conosce cosa significa la 'napoletanità', che può sembrare una cosa da provinciale ma non è così. Allenare a Napoli è diverso rispetto a tutte le altre piazze d’Italia, devi immedesimarti nella gente che vive e pensa h24 al Napoli. Ecco Mazzarri ha quel pathos che aveva Spalletti e poi c’era bisogno di un allenatore che accettasse un contratto breve senza vincoli per l’anno successivo, perché c’è bisogno di pensare con tranquillità al futuro. In sintesi, credo che tra gli allenatori disponibili, tolto Conte che ha rifiutato, è uno se non l’unico che può risollevare un ambiente ed una squadra stanca del NON metodo di Garcia”.

Bellini Mazzarri
@DecibelBellini (X)

Forse l’elemento più caratterizzante del ritorno di Mazzarri a Napoli è esattamente questo: il pathos. Pathos significa “capacità di suscitare un'intensa emozione e una totale partecipazione sul piano estetico o affettivo”. Ed è quello di cui Napoli si nutre, nel bene o nel male, da sempre. E meglio di chiunque altro lo spiega chi lancia ogni domenica i nomi dei calciatori che scendono in campo al “Diego Armando Maradona”, colui che fa cantare ad ogni gol gli oltre 54mila tifosi che riempiono ogni spazio dello stadio. Quel Daniele ‘Decibel’ Bellini che ha twittato semplicemente: “Passano gli anni, cambiano gli interpreti ma noi tifosi del Napoli saremo qui per l’eternità”.

Non sono mancate, ovviamente, le critiche al presidente per la scelta di Rudi Garcia e per il ritardo nell’esonero. Le speranze, però, sono tutte riposte nella capacità dei giocatori di tornare a fare gruppo e di riuscire, nuovamente, a risollevare la china. E a dare maggiore speranza ai tifosi sono proprio alcune parole che Mazzarri ha utilizzato, circa venti giorni fa, in una intervista al Corriere dello Sport: “Il Napoli che mi piaceva tanto l’anno scorso con Spalletti me lo sono studiato a memoria. Conosco tutti i movimenti che facevano, questo fa parte di me”. Il tecnico ha poi glissato - come si fa in questi casi, ndr - su un possibile ritorno al Napoli - oggi diventato realtà, ndr - e ha anche rilasciato altre dichiarazioni che si baciano con la frase di Venditti con esplicito riferimento al presidente De Laurentiis, quasi ad ammiccare, come a dire, “se mi richiami, io ci sono”: “Napoli vorrebbero tornare tutti perché è una squadra forte, il club è diventato importante. Napoli è un posto affascinante. Se dovessi avere, come ho avuto, delle chance di rientrare, mi piacerebbe trovare gente disposta a capire il calcio che intendo fare. Mi piace insegnare, migliorare i giocatori, impostare un lavoro serio. Da quando è presidente De Laurentiis sono quello che c’è stato più a lungo. Voglio solo dire che con lui ho avuto un rapporto stupendo. E se fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto tanti anni ancora, come si usa in Inghilterra. Però, lo dissi anche a suo tempo, dopo quattro anni se non cambi tutti i giocatori o non ne cambi tanti, diventi troppo prevedibile. È anche una questione di linguaggio. Pensai che fosse quello il momento di andar via”. E la critica alla scelta di Garcia che porta anche alcuni tifosi a storcere il naso sul ritorno del tecnico. Vincenzo, ad esempio, sostiene: “Non sono d’accordo col ritorno di Mazzarri in quanto è chiaro il segnale della società di 'riparare' i danni e gli errori fatti in estate dopo l’addio di Spalletti e di Giuntoli. La società si è fatta trovare impreparata e si è mossa molto in ritardo per sostituirli. Cambiare ora per prendere un allenatore-traghettatore e cercare di salvare la stagione è un’ammissione di colpa evidente. Con Mazzarri non c’è nemmeno la volontà di preparare un progetto tecnico nel lungo periodo quindi si cercherà di arrivare a fine stagione limitando i danni. Ma quali benefici porterà? Io, da tifoso, spero di sbagliarmi ma avrei continuato con Garcia almeno fino a fine stagione per poi intervenire in maniera decisa ingaggiando un direttore sportivo e un allenatore 'da Napoli'".

Ironia Social Garcia
@_BrigateAzzurre (X)

Esiste poi anche chi sogna in grande. Tante le frasi sul trio delle meraviglie che scendeva in campo dieci anni fa: “Ora tornano Hamsik, Cavani e Lavezzi?”. Ironia e, si, anche sogno. Eppure, al netto di improbabili sogni, qualche ritorno in casa partenopea, oltre quello di Mazzarri, c’è stato. Salvatore Aronica, ad esempio, che con il Napoli ha giocato dal 2008 al 2013, mettendo a referto 111 presenze, farà parte dello staff tecnico. È questa la napoletanità di cui tanto si parla e di cui, mai come ora, l’ambiente ha bisogno. Non sono mancati, ovviamente, gli sfottò degli acerrimi rivali di sempre, juventini su tutti. È la parte sana del calcio, quella che fa sorridere anche chi, come i tifosi del Napoli, in questo momento sta masticando amaro. Più di ogni altra cosa, però, romanticismo e visceralità. Con queste due parole si può definire la scelta di Walter Mazzarri. Recuperare dieci punti all’Inter appare molto difficile ma proprio dal ritorno in panchina del tecnico si potrà capire di che pasta è fatto questo nuovo Napoli. O forse, sarebbe meglio dire, questo Napoli-bis. La qualificazione in Champions è l'obiettivo minimo da raggiungere su cui programmare il futuro. Ma proprio Napoli può rivelare sorprese e regalare emozioni, soprattutto quando si parla del mondo calcistico. Perché il calcio nasce da un pallone, materia senza anima.

Ma in quel calcio a quel pallone, specialmente a Napoli, c’è elettricità, un’energia che cresce. Dare vita alla materia significa trasformarla in emozione. E in nessun posto al mondo ci si riesce meglio se non a Napoli.

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