Roma - Modifiche in vista per la rivalutazione delle pensioni. Tra gli argomenti che, a decreto appena chiuso, sono già nella lista di quelli che subiranno cambiamenti radicali in Parlamento, non c’è solo la norma che incideva sul Lodo Mondadori (ritirata). La rimodulazione che rallenta la rivalutazione delle pensioni nella fascia tra 1.400 e 2.300 euro si è rivelato uno dei capitoli più indigesti della manovra, bocciato dai sindacati e non solo.
Ieri il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha precisato che il governo dialogherà con le parti sociali anche su questo e ha annunciato che «troveremo una soluzione che ragionevolmente può essere diversamente modulata sulle fasce più alte». In altre parole il sacrificio sarà limitato alle pensioni più consistenti. Il come è tutto da decidere, ma le strade percorribili sono limitate. C’è quella già intrapresa dai governi di centrosinistra, che bloccarono del tutto la rivalutazione delle pensioni più alte. Oppure una sullo stesso solco della misura prevista dalla manovra, cioè rivalutare tutte le pensioni, ma modulare in modo diverso, per fasce, le percentuali di recupero di inflazione. Per fare un esempio, potrebbe restare la rivalutazione attualmente in vigore: 100% fino a 1.400 euro e 90% fino 2.300 euro (la manovra tagliava al 45%) e il blocco l’ultima soglia. Oppure potrebbe tornare l’ipotesi di un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro. Un prelievo una tantum.
L’iter del decreto va avanti. Ieri si è conclusa la valutazione sulla coerenza giuridica da parte del Quirinale, ma sono state avanzate alcune osservazioni sulle quali la presidenza della Repubblica è in attesa di risposte. Sono usciti altri dettagli, in particolare sull’entità dei risparmi e delle entrate. Per quanto riguarda quest’ultimo capitolo, il contributo più importante lo darà l’aumento del bollo sui conti deposito titoli: 721 milioni di euro nel 2011 e 1,3 miliardi nel 2012, 3,6 nel 2013 e 2,4 nel 2014. L’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni, 1,7 miliardi. Per quanto riguarda la previdenza, la rimodulazione della rivalutazione porterà complessivamente, al netto del fisco, risparmi per 1,780 miliardi (420 milioni nel 2012, 680 milioni nel 2013 e 680 nel 2014).
I tagli alla politica si confermano una misura dal valore più simbolico che economico. Dal taglio ai rimborsi elettorali, il finanziamento ai partiti, si risparmieranno solo 7,67 milioni dal 2013. Decisamente più sostanzioso il superbollo: 50,3 milioni l’anno a carico di circa 98 mila auto di lusso.
Misure che permetteranno di rispettare i patti
europei, in attesa che si incida sugli sprechi indicati anche dal rapporto finale del tavolo di Pietro Giarda che ne ha elencati dieci, riassumibili in uno solo: la pubblica amministrazione non tiene il passo con la modernità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.