Per cambiare la città la demagogia non serve

(...) Milano ha senza dubbio bisogno di più verde, sarebbe provvidenziale una cintura di parchi e boschi intorno al perimetro urbano, servirebbero molti più alberi anche nei suoi confini, ma queste emergenze si aggiungono non risolvono la questione di come fare vivere un luogo assediato da centinaia di migliaia di macchine. Si dirà che alcune risposte devono essere date alimentando il trasporto su ferro, modificando - come sta facendo l'amministrazione - la situazione della residenza: più cittadini abitano «infra moenia» meno avranno bisogno di auto per muoversi. Tutto verissimo. Però come si governa un processo che richiede almeno una decina di anni senza iniziare a razionalizzare da subito l'esistente? Per riferirsi all'attualità: come si fa a opporsi a un tunnel sotterraneo - quello oggi in discussione in consiglio comunale con l'approvazione del piano di governo del territorio - che da Rho-Pero andrebbe a Linate scaricando di traffico settori fondamentali della città? C'è una risposta demagogica a questa scelta che viene da certi settori della sinistra: i soldi vanno indirizzati a case popolari, parchi e magari metropolitane, non vanno spesi su scelte che favoriscano il mezzo automobilistico. Peccato che la sotterranea Linate-Rho sia autofinanziata: se non la si autorizza non vi saranno risorse da spostare su altri settori. Non vi saranno quelle risorse e basta. C'è, alla scelta del tunnel, anche una contestazione più teorica: tutti gli interventi che semplificano l'utilizzazione dell'auto, ne incentivano il suo uso e dunque alla fine diventano controproducenti. Insomma bisogna «peggiorare» le condizioni del traffico automobilistico in modo di scoraggiarlo.
Eppure così non avviene nelle grandi città che hanno affrontato razionalmente il problema. A Monaco, a Zurigo, ora anche a Madrid per potere fare zone pedonali, nuovi parchi, per aiutare a superare l'uso dell'automobile si è scelta la via delle grandi strade sotterranee: dando una risposta alle esigenze immediate, si sono acquisiti base e tempo per progettare soluzioni più avanzate. Così si è fatto per un altro «mostro» denunciato dalla sinistra estremista: i parcheggi per le automobili. Chissà perché a Parigi si può fare un parcheggio sotterraneo a fianco di Notre Dame e qui da noi no. Chissà perché Chicago è piena di enormi parcheggi anche in superficie (quelli che potete vedere in ogni film d'inseguimenti) che hanno consentito alla «città del vento» un traffico ragionevole e noi invece non ci pensiamo neanche.

C'è chi ritiene che i problemi di Milano si risolvano mettendo qualche alberello in via Dante o organizzando un orticello globale per l'Expo milanese. Sono posizioni spesso puramente snobistiche e qualche volta di demagogia interessata ma non possono essere sconfitte senza un vero dibattito anche culturale.

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