Il cardinale in Confindustria promuove l’impresa-Italia

Non bisogna credere che certi modelli economici oggi vincenti, «fondati su costi del lavoro troppo bassi», durino a lungo. Bisogna puntare sul «modello italiano», centrato «sulla figura dell’imprenditore con un senso di responsabilità sociale sul territorio, con una cura quasi personale ai propri dipendenti». Lo ha detto ieri il cardinale Tarcisio Bertone durante un incontro con gli imprenditori nella sede di Confindustria. È la prima volta che un Segretario di Stato varca il portone di viale dell’Astronomia. Nell’accoglierlo, la presidente Emma Marcegaglia ha detto: «Noi lavoriamo da tempo sul tema della responsabilità sociale d’impresa e nel 2010, anno del centenario di Confindustria, sarà uno dei filoni di riflessione. Ci crediamo, è nel nostro Dna, soprattutto delle piccole e medie imprese e lo dimostra il fatto che queste hanno tenuto sull’occupazione e sulla coesione sociale».
Bertone ha presentato l’enciclica sociale Caritas in veritate di Benedetto XVI, ha parlato della carenza di etica che ha portato alla crisi, e ha manifestato tutta la sua preoccupazione per la disoccupazione, specie giovanile: «Non voglio fare – ha detto il cardinale – richiami generici e irrealistici. Come si garantisce l’occupazione senza fare assistenzialismo? Conoscete meglio di me la risposta. Si tutela sviluppando l’impresa e rafforzandola competitivamente. Ciò richiede un adeguato sostegno finanziario, oggi carente».
Ma bisogna puntare, ha aggiunto, sul «modello italiano», quello «centrato sulla figura dell’imprenditore con una visione a lungo termine, con un senso di responsabilità sociale sul territorio, con una cura quasi personale ai propri dipendenti, con un’attenzione al rischio e prudenza nell’uso di strumenti complessi». Bertone ha quindi auspicato «che si sviluppi una strategia di concertazione con le parti sociali e il governo per coordinare le scelte». E ha detto che «l’imprenditore responsabile va assistito dalle istituzioni con la riforma degli ammortizzatori sociali, i sussidi indiretti, gli sgravi fiscali, la creazione di posti di lavoro alternativi, la ristrutturazione e la riconversione delle aziende». Il Segretario di Stato ha quindi ricordato due figure di imprenditori piemontesi suoi conterranei: Adriano Olivetti, citato per il suo «senso di responsabilità» e il suo «umanesimo profondo nella gestione del mondo del lavoro», e il gruppo Cerutti guidato da Tere Cerutti Novarese, da poco scomparsa, «vincente sul piano tecnologico» e «attenta al fattore umano».


Durante il dibattito, coordinato dal vaticanista del Sole 24Ore Carlo Marroni, il cardinale ha parlato anche di immigrazione: «La Chiesa – ha detto – non chiede di far entrare ad ogni costo gli immigrati nel nostro Paese. Chiede piuttosto di trattarli bene, rispettando la loro dignità e coniugando accoglienza con legalità e sicurezza».

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