Casa, quando l’emergenza è in affitto

È sempre più emergenza casa nella Capitale. Se aumentano le famiglie proprietarie di un immobile, infatti, il prezzo da pagare, nel vero senso della parola, è altissimo. È quanto emerge dall’Indagine sulle politiche abitative della Regione Lazio elaborata dall’Eurispes. I costi delle case sono quasi insostenibili a Roma. Con la stessa somma con cui si acquista una casa di 70 metri quadrati nel centro storico, per esempio, se ne comprano quattro della stessa grandezza a Viterbo. Il prezzo infatti oscilla tra i 372 e i 492mila nella Capitale euro contro una cifra compresa tra i 79 e i 109mila nella Tuscia.
Situazione identica per gli affitti. Roma si assesta, sempre per la stessa casa, tra i 1.705 euro e i 2.252 al mese mentre a Viterbo si riesce a prenderla con una somma decisamente inferiore (dai 369 ai 518 euro). Costi ancora più contenuti a Latina (forbice tra i 339 e i 495 euro), Frosinone (dai 245 ai 364 euro) e Rieti (230-307 euro).
Nonostante tutto, però, i romani continuano ad investire nel mattone. Il 75,96% delle compravendite di tutta la regione avvengono proprio nella Capitale. Negli ultimi trent’anni, poi, si è assistito a un vero e proprio boom di acquisti. Se nel 1971 le famiglie proprietarie erano appena il 34%, il dato è salito al 46% nel 1981, al 59% nel 1991 per attestarsi al 64% del 2001, ultimo dato disponibile. In particolar modo negli ultimi 4 anni i mutui a oltre 18 mesi sono aumentati del 105,9% nella provincia di Roma passando dai 10.376 di marzo 2002 ai 21.366 del 2006. Situazione simile, nell’identico periodo, a Viterbo (+122,2%), Latina (+125,2%), Rieti (+116,2%) e Frosinone (+95%). Dati che riflettono l’aumento degli affitti. Pagare un mutuo infatti ha un costo che è quasi uguale ormai. Le famiglie romane che ancora vivono in affitto però sono ancora 261mila, il 24% del totale.
Altra nota dolente quella degli sfratti e delle case sfitte. Nel solo 2006 gli sgomberi a Roma sono stati circa 6.000 (+6% rispetto al 2002), di cui oltre il 50% per morosità. E se c’è chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, per converso, aumentano le abitazioni sfitte e quelle non occupate. Le prime nel 2001 (ultimo dato disponibile) erano 277.319, le seconde addirittura 473.778. E grosse responsabilità le ha il Campidoglio visto che negli ultimi non sono stati fatti interventi di edilizia popolare. «Le risposte date dall’amministrazione romana - si legge nel rapporto Eurispes - sono ancora insufficienti». Tanto che secondo i programmi del Comune nei prossimi anni dovranno essere realizzati tra i 4.200 e i 13.500 appartamenti destinati all’edilizia sociale. Le domande di alloggio sono circa 30mila e sono dovute agli effetti deleteri delle vendite per dismissione o cartolarizzazione cui si sommano le debolezze strutturali. Restano alte infatti le situazioni di grave disagio abitativo. Sono 496 le famiglie che abitano in un residence, 273 quelle senza fissa dimora o ricoverate presso centri d’accoglienza, 1.500 quelle che cercano un contributo alloggio e ben 21 mila quelle in condizioni di coabitazione o sovraffollamento di cui il 21% costituite da anziani e disabili e il 18% da stranieri.
Non va meglio per chi a Roma studia. Dal 1999 al 2004 il prezzo di una stanza è cresciuto a ritmi vertiginosi passando da 229 euro a 400 euro, cioè il 75,4% in più.

Il 52,4% degli studenti inoltre non ha un regolare contratto d’affitto.
Se l’assessore regionale alla Casa Bruno Astorre chiede poteri straordinari per affrontare le emergenze, per Fabio Desideri (Dc) è solo un modo «di cercare alibi e non ammettere le proprie responsabilità».

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