Roma - I soldi, tanti, quelli che giravano
attorno alle prestazioni dei transessuali, i tre assegni dati ai
militari "per non rovinarmi", e la cocaina che si trovava
nell’appartamento di via Gradoli. Potrebbero essere questi i
temi che gli inquirenti affronteranno con l’ex governatore del
Lazio, Piero Marrazzo, che sarà chiamato a rispondere, già nei
prossimi giorni, su alcune lacune che riguardano la
testimonianza resa la mattina prima degli arresti dei quattro
carabinieri coinvolti nell’inchiesta del ricatto sul video
compromettente.
Inchiesta Gli inquirenti, che stanno cercando di delineare i contorni
della vicenda, a otto giorni dagli arresti dei quattro militari,
sentono l’esigenza di chiarire con l’ex governatore alcuni
aspetti delle sue dichiarazioni ai magistrati. Ma anche cercare
di capire, ad esempio, se esiste una traccia della denuncia che
Marrazzo disse di aver fatto in merito ai tre assegni, mai
trovati, che diede ai carabinieri che fecero l’irruzione
nell’appartamento di via Gradoli quella mattina di luglio.
Denuncia che l’avvocato di Marrazzo, Luca Petrucci, dice però
di avere.
Altri vip nel mirino Le indagini comunque vanno avanti anche su un altro versante,
quello dei presunti vip ricattati. Vip i cui nomi apparirebbero
in colloqui informali, tra alcuni transessuali e chi sta
indagando sul caso Marrazzo, nomi di personaggi noti che
frequenterebbero o avrebbero frequentato l’appartamento di via
Gradoli a Roma. Ovvero la casa dove Piero Marrazzo, immortalato
in un video, incontrò un transessuale. Le acquisizioni dove i
trans avrebbero fatto nomi di uomini importanti sarebbero state
fatte circa una settimana fa, appena esploso lo scandalo. Le
acquisizioni di informazioni, non verbalizzate, non si trovano
nè negli atti formali nè nelle acquisizioni informative.
"Calo degli affari" dopo lo scandalo Alcuni dei trans risentiti ora, compresa Natalie, ovvero il
trans che si sarebbero intrattenuto con Marrazzo, però non
avrebbero più fatto nomi eccellenti. Anzi avrebbero
giustificato il loro atteggiamento discreto con un "calo di
affari" dopo lo scandalo. Non esistono comunque, allo stato,
ipotesi di reato. Frequentare transessuali infatti non è reato.
Cosa diversa sarebbe se accanto a questi nomi vi fosse un
sospetto, se non una prova, di altri ricatti come quello che ha
travolto, fino alle dimissioni, l’ex governatore del Lazio. E
in questa direzione le indagini proseguono.
Intanto oggi il tribunale del Riesame di Roma ha fissato la
data del 4 novembre prossimo per la discussione delle istanze di
revoca degli ordini di carcerazione emessi nei confronti dei
quattro carabinieri accusati di aver ricattato l’ex presidente
della Regione Lazio Piero Marrazzo.
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