Cassandra: profezie sulle punte

Può un televisore trasformarsi in un cavallo di Troia? Illudere, disilludere, ipnotizzare un popolo fino al punto da non accorgersi che l'inganno è lì, chiuso in una scatola che rimanda immagini in arrivo chissà da dove? Può, almeno in Cassandra, il balletto che il coreografo e regista Luciano Cannito nel 1995 ha tratto dal capolavoro di Christa Wolf e che ora ripropone tagliato su misura per i due protagonsti, Rossella Brescia nel ruolo danzante della figura mitologica e anche sua compagna di vita, Stefano De Martino in quello di Enea accompagnati sul palcoscenico da quattordici giovani ballerini, tredici italiani e uno cubano (al Teatro Smeraldo dal 30 marzo al 3 aprile). «Ho ambientato la storia nella Sicilia degli anni Cinquanta dove Cassandra, una figura di grande sensibilità più che una profetessa sfortunata, s'innamora di Enea, un giovane disoccupato, e, rinchiusa per punizione in camera sua, sogna una donna bellissima che porterà disgrazia alla sua gente», spiega Luciano Cannito, ora conosciuto dal pubblico televisivo perchè è il professore di danza classica e neoclassica del programma Amici, ma che in realtà è molto di più, visto che dirige il corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo. Una premonizione che si avvera quando il fratello di Cassandra, Paride, emigrato in America, torna al paese con Hellen, una fidanzata affascinante che decide subito di sposare. «Ma la tragedia incombe. Ulysses, il marito americano della donna, arriva in Sicilia e per conquistare gli abitanti diffidenti del paese porta in dono un oggetto mai visto: un televisore, ovvero il nuovo cavallo di Troia», spiega la ballerina e conduttrice televisiva Rossella Brescia. «Tutti si riuniscono davanti a quello schermo misterioso e, come ipnotizzati, si addormentano.

Ulyssess ne approfitta per riprendersi la moglie e derubare l'intero paese. E a me, Cassandra, una profetessa inascoltata, un personaggio che mi somiglia molto perchè è introversa come sono io, non rimane che spegnere il televisore».

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