Il catalogo della kermesse: l’Italia è sotto una dittatura

Il lungo scontro fra il cinema e il governo si arricchisce di un ennesimo capitolo. Di una nuova partita, giocata stavolta in Costa Azzurra, qualche decina di chilometri al di là del confine italo-francese di Ventimiglia. Dal catalogo ufficiale del Festival di Cannes, infatti, esce un’Italia sull’orlo della dittatura, in preda a giochi di potere e in balia di forze politiche che vorrebbero farla finita con le garanzie democratiche. E Giovanna Mezzogiorno, giurata della rassegna, spara a zero contro Silvio Berlusconi che a suo dire incarnerebbe «gli istinti peggiori del nostro popolo».
Insomma, c’è materiale in abbondanza per comprendere, se non per condividere, la scelta di Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali, di disertare la Croisette per protesta. E a poco serve l’intervento del portavoce del ministero degli Esteri di Parigi, che ribadisce «l’amore immenso» della Francia per l’Italia e sottolinea che Bondi può fare ciò che vuole ma deve sapere che «sarà sempre il benvenuto». A poco serve, anche perché manca della pur minima espressione di dispiacere.
Il catalogo, ovvero la presentazione dei film scelti per la rassegna. Illustrando il documentario di Sabina Guzzanti «Draquila - L’Italia che trema, presente fuori concorso nella sezione Séances Spéciales, la pubblicazione si chiede: «Perché gli italiani votano Berlusconi?». E si risponde: «La virulenza della propaganda, l’impotenza dei cittadini, un sistema economico precario, dei giochi di potere illegali... e ancora, una catastrofe naturale. Tutti fattori che combinati possono spiegare come la giovane democrazia italiana sia stata assoggettata». Quindi, altro che sull’orlo della dittatura: noi transalpini, per i francesi, neofiti della democrazia, sempre per i francesi, siamo ormai assoggettati. E ancora, sempre dal catalogo: «La caricatura di Berlusconi, una delle imitazioni più celebri dell’autrice, si muove nel villaggio di tende dell’Aquila ed erra nella città deserta, come un imperatore a fine regno. Una città devastata da un fortissimo terremoto. Lo spazio ideale per raccontare la deriva autoritaria dell’Italia e l’imbroglio dei ricatti, degli scandali, gli inganni e l’inerzia della classe politica, dei media e dei cittadini, che hanno paralizzato il Paese. Perché gli italiani votano Berlusconi?».
Alla domanda del catalogo, che da tre lustri arrovella chi proprio non riesce a prendere atto con serenità dei risultati elettorali, risponde indirettamente Giovanna Mezzogiorno in una lunga intervista a un settimanale. L’attrice, che poi dà i voti ai suoi colleghi (promuove con lode Isabelle Huppert e Javier Bardem ma anche Ermanno Olmi, Margherita Buy ed Elio Germano, boccia i «vecchi bacucchi al centesimo film finanziato dal governo») garantisce che gli italiani votano per il Cavaliere perché «incarna gli istinti peggiori del nostro popolo, quelli a cui non si resiste».
Morale, se uno straniero volesse capire qualcosa del nostro Paese dai film italiani al Festival di Cannes resterebbe frustrato. O forse, piuttosto, concluderebbe che lo Stivale è allo sbando. Con la società civile in balia del sogno di arricchire a tutti i costi, come viene descritta nell’opera di Daniele Luchetti La nostra vita, la storia proletaria con Elio Germano.

E con le istituzioni alla mercé di Berlusconi, aspirante dittatore dotato anche del «braccio armato» costituito dalla Protezione civile di Guido Bertolaso, come racconta la Guzzanti.
E così il sito del Festival di Cannes cavalca la polemica e mette in evidenza fra i commenti un intervento dal titolo quanto mai efficace: «L’Italia boicotta Cannes e fa pubblicità a un film antiberlusconiano».

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