LE CATTIVE AZIONI

E loro che cosa fanno? Scioperano. Ma sicuro: è il momento giusto. Il mondo è in crisi, le banche traballano, le Borse crollano, le aziende annaspano: l’occasione ideale per incrociare le braccia, no? Arriva la recessione? Spaventiamola con un sit in. L’economia arretra? Facciamo avanzare il corteo. A passo di Borsa: ma siccome di buone azioni se ne trovano ormai poche, avanti con le cattive. In Piazza Affari continua l’Orso e il Toro latita. In compenso, nelle altre piazze, mai visti tanti asini così.
Non che il sindacato sia mai stato molto sensibile all’interesse collettivo. Ma ieri ha superato il limite: mentre da tutto il mondo continuavano ad arrivare notizie preoccupanti sulla situazione mondiale, i nostri furbetti del corteino sono riusciti ad proclamare scioperi a raffica: uno generale per la scuola (30 ottobre) e tre regionali per gli statali. Manca la dichiarazione di guerra a Brunetta, l’occupazione del ministero e la proclamazione del soviet nell’ufficio della Gelmini e poi c’è tutto. In compenso, fanno capire che ci sarà sicuramente il grande scioperone nazionale non appena il governo approverà la Finanziaria. Evviva.
Fra l’altro queste manifestazioni vanno ad aggiungersi alla giornata di mobilitazione promossa da Rifondazione comunista l’11 ottobre, a quella dei Cobas del 17 ottobre e a quella del Pd del 25 ottobre, confermata oggi dai massimi dirigenti dopo un accenno di rinsavimento da parte di Veltroni. Allegria. Ormai più che una parte politica, la sinistra sembra un tour operator: viaggi del fannullone, last minute dello sfaccendato. Sempre meglio che lavorare, insomma.
E dire che a noi avevano insegnato che, di fronte alle difficoltà, ci si rimbocca le maniche e ci si dà da fare. Non vale più? Di sicuro questi faticheranno a rimboccarsi le maniche: con le braccia incrociate non è facile.

Si rendono almeno conto? Scatenare quattro scioperi e tre manifestazioni in venti giorni mentre il mondo crolla, è come scatenare i marinai nelle feste danzanti mentre la nave attraversa la bufera. Una scelta così demenziale che è difficile immaginare che ci possa essere dietro un unico regista. Ma se ci fosse, sappiamo che per castrarlo dovrebbero usare la ghigliottina.

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