Caulfield è salvo: il giudice lo "condanna" all'eterna giovinezza

Non potrà essere pubblicato negli Stati Uniti il sequel del celebre romanzo di Salinger. Per il giudice d'appello si tratta di un'operazione lesiva dell'immagine del celebre personaggio letterario

Sarà un «pericoloso» precedente ovvero un ottimo punto di partenza? Chi stapperà bottiglie di champagne, oggi, alla notizia che il copyright di un celebre personaggio letterario è salvo? E dunque intoccabile? Suo «padre» sicuramente. Oltre a lui, però, chi altro? E perché? La notizia arriva dall'America e rasserena quanti hanno vissuto praticamente in apnea tutti questi mesi in attesa di sapere dal giudice d'appello statunitense Guido Calabresi se fosse lecito scrivere oggi un romanzo dedicato a uno dei più celebri personaggi della letteratura american: quel Holden Caulfield che fece capolino nel lontano1951 dalle pagine del romanzo The catcher in the rye («Il giovane Holden», appunto) di Jerome David Salinger.
Insomma il giudice d'appello ha confermato la sentenza di primo grado. «Il giovane Holden» non invecchierà (rischio che correva proprio nel sequel a causa del quale è stato intentata l'azione giudiziaria). Non verrà pubblicato, almeno per ora, negli Stati Uniti il seguito non autorizzato del romanzo di Salinger, 90 anni, lo scrittore americano che da più di mezzo secolo vive autorecluso (e in ottime condizioni finanziarie visto il successo dei suo celebre long seller).
Anche il ricorso in appello contro il divieto emesso a luglio dal giudice newyorchese Deborah Batts ha infatti confermato che il libro di Fredrik Colting «60 Years Later: Coming Through The Rye» appare troppo simile all'originale di Salinger.
«Tra l'altro è un libro veramente orrendo», ha commentato il giudice Calabresi, sostenendo che il sequel costituisce un danno evidente al copyright di Salinger, che ha fatto causa a Colting per plagio subito dopo aver appreso le prime anticipazioni sul romanzo. Gli avvocati dello scrittore svedese Fredrik Colting hanno fatto appello contro il divieto emesso due mesi fa dal giudice Batts contro la pubblicazione negli Usa di «60 Years Later: Coming Through The Rye», che a giugno è però uscito in Gran Bretagna.
Ma la corte di New York presieduta da Guido Calabresi considera il sequel «un danno irreparabile» per Salinger, tanto da ritenere fondato il divieto di pubblicare la parodia che presenta il protagonista creato da Salinger, Holden Caulfield, ormai decisamente invecchiato. Nel tribunale d'appello di New York gli avvocati di Colting, noto con lo pseudonimo di John David California, hanno sostenuto che il romanzo del loro assistito non danneggia il copyright di Salinger, poiché «60 Years Later: Coming Through The Rye» «trasforma profondamente la storia iniziale». L'avvocato Edward Rosenthal ha precisato che quello di Colting non può essere considerato un sequel e che pertanto non reca alcun danno a Salinger. Di parere opposto il legale di Salinger, l'avvocato Marcia Paul: «il mio cliente non vuole autorizzare né sequel né un libro in qualche modo legata al suo romanzo». Sempre Marcia Paul, davanti ai giudici, ha ricordato che nel recente passato Salinger ha rifiutato categoricamente richieste di adattare il libro originale «The Catcher In The Rye», pubblicato per la prima volta nel 1951, per il cinema, avanzate tra l'altro dal regista Steven Spielberg.
Adesso tutti gli scrittori privi di fantasia, quelli che in poche parole, saccheggiano storie e personaggi altrui per corrive parodie e goffe citazioni, sono avvertiti. Attenzione! Non solo non possono copiare o saccheggiare, ma se lo fanno devono anche peritarsi di farlo a modino.

In modo da non trovarsi poi di fronte un giudice che sentenzia: «Non solo è sbagliato dal punto di vista del diritto, ma è anche un libro molto brutto». È l'estetica della legge, quindi, la nuova frontiera del canone letterario.

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