Il cavillo di Siri frena Cimaschi Centro Est senza presidente

Il cavillo di Siri frena Cimaschi Centro Est senza presidente

È bastata una telefonata per far saltare ieri pomeriggio il consiglio di Municipo Centro-est. Una semplice telefonata ai capigruppo prima che Simone Torretta (Pd), presidente ad interim del municipio dopo la caduta di Aldo Siri (Lista Biasotti), convocasse la riunione per eleggere il nuovo presidente del parlamentino più centrale della città. Ma se a volte una telefonata ti salva la vita, questa volta non è bastata a dare il via alla battaglia politica tra i due candidati alla successione di Siri. L'arancione Enrico Cimaschi da un lato, e Emanuele Russo (Udc) col centrosinistra dall'altro. In mezzo ancora Siri.
È stato lui a trovare il cavillo. Perché se l'articolo 39 dello statuto del Comune stabilisce che il consiglio di municipio viene convocato «sentiti i capigruppo», (una telefonata, appunto), il regolamento del Municipio prevede prima «la convocazione della conferenza dei capigruppo». Ed ecco che la telefonata non basta più. A deciderlo è stata la Segreteria generale del Comune dopo una lettera di Siri con tanto di minaccia di ricorso al Tar. E la risposta è arrivata giovedì sera allo stesso Siri, ancora con una telefonata. «Un biglietto aereo dalla Sardegna buttato via» per l'ex assessore del municipio, Roberta Bergamaschi, che durante l'ultima telefonata stava atterrando a Genova per partecipare alla partita del nuovo presidente. Una partita tutta da giocare sul campo. Da un lato i dieci consiglieri di centrosinistra - che due settimane fa hanno votato la mozione di sfiducia a Siri insieme a 4 del centrodestra - che si preparavano a riconquistare la guida del municipio col ribaltone dei centristi Maria Piacentino e Emanuele Russo. Dall'altro l'arancione Enrico Cimaschi a cercare di rinsaldare l'alleanza nel centrodestra del Municipio. Insomma, 12 a 12 sulla carta. Una elezione tutta giocata sulle lotte intestine ai due schieramenti o sulle assenze improvvise, visto che per l'elezione del presidente basta la maggioranza semplice dei presenti.
«Un assurdo», commenta Siri che sulla questione della convocazione del consiglio minimizza: «ho riscontrato un vulnus nella procedura e quindi era necessario rifare tutto per la regolarità delle elezioni, chiunque sia il vincitore». All'attacco, invece, il centrosinistra che con 12 consiglieri era certo ieri di bloccare, se non altro, la nomina di Cimaschi. «Non vorrei che quello di Siri fosse un giochino per rimandare tutto alla prossima settimana quando sa bene che un nostro consigliere sarà fuori per lavoro», commenta il capogruppo del Pd, Giuliano Bellezza. Mentre sul lato del Pdl il capogruppo Luciano Gandini la mette sul mero rispetto delle regole: «Abbiamo fatto presente subito a Torretta che la convocazione non era regolare. Dire che è un gioco o un giochetto non è vero. È una questione regolamentare che nulla ha a che vedere con la politica». Anche se i problemi politici nel centrodestra ci sono. A partire dalla formazione della giunta nel caso di vittoria. La parola d'ordine, infatti, è niente assessorati ai «giuda», come ha chiamato Siri i quattro consiglieri di maggioranza che hanno votato per la sfiducia. Fuori dalla rosa dei nomi, quindi, Vincenzo Falcone (An) e Alessandra Di Mattia (Pdl).

Veti incrociati anche per l'ex assessore Milena Pizzolo, rea di aver abbandonato il Pdl per il Carroccio, l'unico nome certo per ora sarebbe quello di Roberta Bergamaschi ad affiancare Cimaschi.
Sempre che lo stesso Siri non preferisca stare (con tutto il centrodestra) all'opposizione, come qualcuno teme. E allora quello di ieri sarebbe solo un assaggio.

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