Cechov e Dante padri dell’Europa

Arriva dall’Est con la sua visionarietà schietta e insieme magica, con i suoi sapori e aromi naturali, con i suoi corpi stracolmi di energia: ora esposti a venti e bufere, ora piroettanti su pattini, ora bagnati d’acqua dalla testa ai piedi, ora grottescamente nascosti dentro pellicce barbariche e selvagge. Parliamo di Eimuntas Nekrošius, geniale regista lituano al quale la rassegna «Europa 2007» dedica, da domani sera al Valle, una sezione speciale, articolata nella ripresa della celebre trilogia shakespeariana composta da Otello (lavoro d’apertura), Amleto (venerdì 21) e Macbeth (domenica 23), cui si aggiunge poi il debutto in prima nazionale de Il giardino dei ciliegi di Cechov già presentato nel 2004 a Mosca in occasione del cinquantenario della pubblicazione del testo (sabato 28 e domenica 29).
Eventi assolutamente da non perdere e consigliabili tanto più ai giovani. Per una serie di motivi diversi: la poesia scenica di un impianto registico semplice e innovativo, pur in una totale aderenza al testo; la bravura di interpreti allenati a sforzi fisici estremi e ariosi; l’immediatezza e l’intelligenza con cui queste messinscene sanno parlare le parole di oggi. E, non da ultimo, la cornice in cui si collocano: una vetrina di danza e teatro pensata per celebrare i cinque anni dai Trattati di Roma - preludio a quella che sarebbe diventata l’attuale Unione Europea - e dunque per fissare un momento di incontro tra culture e linguaggi diversi, costruiti a partire da presupposti e capisaldi giocoforza comuni.
Non è un caso che a inaugurare i lavori sia, questa sera all’Argentina, una lectura Dantis di Giorgio Albertazzi intitolata, paradossalmente ma emblematicamente, Dante legge Albertazzi, quasi che i versi del nostro sommo poeta non fossero più «altro» rispetto a chi li interpreta ma appartenessero al suo stesso dna, alle sue cellule, al suo patrimonio di familiari memorie. E se l’autore della Divina Commedia, il grande drammaturgo inglese e il medico/scrittore russo costituiscono gli assi di una programmazione che sembra disegnare una linea di continuità nella storia della cultura e della civiltà europea, non di meno gli altri spettacoli in scaletta raccolgono volentieri questa poderosa eredità.
Tra le proposte più interessanti figura, ad esempio, una pièce del russo Ivan Viripaev (su regia di Galin Stoev) vista all’ultimo festival di Avignone, Genèse n. 2 il titolo, dove richiami biblico-evangelici si fondono a disagi psicologici ed emotivi e dove la musicalità della lingua si presta a continue oscillazioni tra bisogno di fede e prospettiva nichilista (giovedì 20 e venerdì 21 a India).

Ampio spazio, infine, alla danza con un focus sulla Spagna che, anch’esso in cartellone a India tra il 25 e il 29 settembre, farà conoscere al pubblico capitolino alcune delle migliori compagnie iberiche di danza contemporanea.
Info: 06.684000311 e 06.68803794. Biglietti da 12 e 15 euro.

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