Il cemento rende «bollente» l’estate: 59 gradi

Non solo estate. Il caldo asfissiante di questi giorni non è dovuto soltanto alle condizioni climatiche ma anche al cemento e all’asfalto che «soffocano», letteralmente, Roma. A rivelarlo è uno studio del Cnr che sarà pubblicato in un volume in uscita il 10 settembre dal titolo Dalla cartografia storica al telerilevamento: la città di Roma. In alcune zone della capitale le temperature arrivano fino a punte di 60 gradi e si assestano, spesso, oltre i 40.
Sotto accusa, come detto, l’enorme cementificazione cui è sottoposta la città. E la conseguente impermeabilizzazione di tantissimi quartieri. «Dalle mappe - spiega Lorenza Fiumi, coautrice del libro insieme a Sara Rossi - si conferma che gli elementi naturali quali acqua e verde, ovvero le superficie permeabili, determinano valori più bassi di temperatura al suolo che ben si discriminano dal contesto urbano. Al contrario, per le superfici edificate ed asfaltate ovvero impermeabili, evidenziano range più elevati, con il risultato che circa il 10% del totale supera i 40 gradi arrivando per alcune superfici come sedi stradali o piazze fino a valori di 59 gradi, ottimali per la formazione di isole di calore».
La ricerca è stata compiuta con due rilevazioni eseguite a distanza di dieci anni (giugno 1995 e giugno 2004) sulle stesse zone della capitale (Prati, Mazzini, Trionfale, Trastevere, Monteverde, Portuense, Magliana, Eur e via Tiburtina). I dati, raccolti attraverso lo spettrometro Mivis e analizzati con nuove tecnologie di rilevamento messe a punto dal Cnr, indicano una situazione critica per la capitale. I 40 gradi vengono superati in piazza San Pietro, nei cortili delle ex caserme di viale delle Milizie, a piazza Mazzini e, in genere, nelle strade asfaltate più ampie. Temperature ancora più elevate all’Eur dove si arriva oltre i 50 gradi nei piazzali dell’Industria e dell’Agricoltura e nei viali Europa e America. Sulla Tiburtina, all’altezza del parcheggio dei mercati generali, arriviamo addirittura ai 55 gradi.
Altro problema di Roma quello dei «canyon di cemento». Quelle strade affiancate, cioè, da costruzioni di diversi piani che non consentono la dispersione di calore. Così a Prati la temperatura tra via della Conciliazione, piazzale Clodio e via Trionfale è spesso oltre i 41 gradi (a piazza Bainsizza tocca i 48). Identico problema anche tra via dei Colli Portuensi e via del Casaletto.
Le percentuali di edificazione hanno il loro picco alla Magliana dove il 72% dell’area è «coperta». Molto elevati anche i valori di Prati (47% di media) e Monteverde (35%). Le altre aree esaminate, invece, si attestano tra il 22 e il 28%. «Il problema diventa particolarmente grave se alle superfici coperte da edificazione - continua Fiumi - si sommano quelle asfaltate o pavimentate della viabilità. Si registra allora l’esistenza di altissime percentuali di superfici del tutto incapaci di assorbire le acque piovane per via diretta che superano spesso il 90% del totale e qualche volta raggiungono quasi il 100%, come nelle aree di Prati, Trionfale, Monteverde. Situazioni abnormi come queste dovrebbero almeno presumere il funzionamento perfetto della rete fognaria, cosa che non sempre accade a Roma». Al contrario, ovviamente, è poco il verde cittadino. A Prati appena il 5% del totale, quando «nemmeno nelle aree densamente edificate bisognerebbe mai scendere al di sotto del 10-15%», conclude la ricercatrice.


«Roma capitale della cocaina dell’aria - ha commentato il presidente dei deputati dell’Udc, Luca Volonté - oggi raggiunge il primato di canyon di asfalto e cemento. Veltroni si dimetta, non vorrà ridurre l’Italia al “modello romano”?».

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