Il Centro Est resta al centrodestra saltato il ribaltone di Udc e Pd

Il Centro Est resta al centrodestra saltato il ribaltone di Udc e Pd

La forza dei numeri. Sono esattamente le 17.06 di ieri quando il presidente ad interim, Simone Torretta, dà il via allo spoglio delle schede. L'obiettivo è trovare un nuovo presidente per il Municipio centro-est dopo la caduta di Aldo Siri sfiduciato proprio lo scorso 17 giugno. Due i candidati. L'arancione Enrico Cimaschi che cerca di ricompattare una maggioranza di centrodestra dopo la defezione di tre consiglieri che sulla sfiducia a Siri si sono schierati con l'opposizione (più un astenuto). Dall'altra parte Emanuele Russo, eletto anche lui nello schieramento di centrodestra, e seduto per la prima volta tra il centrosinistra a fare da apripista della nuova stagione dell'Udc in Comune secondo la vecchia regola del ribaltone. «Russo, Cimaschi, Cimaschi, Russo»: inizia l'estrazione delle schede tra promesse sottobanco e voti di scambio. Ma alla fine: «Cimaschi!».
È finita 12 a 11. E questa volta i numeri non hanno premiato Pd, Idv e Verdi che sono rimasti seduti mentre il centrodestra esplode in un applauso liberatore dopo quasi un mese di veleni, tradimenti, trattative sotto banco e progetti di fantapolitica delle grandi intese. Siri si esalta, scatta in piedi e si abbandona a un poco ortodosso «Ma vai! Vatti a fare un bidé» rivolto al campo avverso. Mentre Cimaschi inaugura fin da subito una nuova stagione di aplomb: «ringrazio tutti quelli che mi hanno votato e anche quelli che non mi hanno votato. E soprattutto saluto Russo col quale, nonostante tutto, rimane una sincera amicizia». D'altra parte Cimaschi aveva dichiarato subito che la sua era «una candidatura della continuità nella discontinuità». Perché «il mio programma è lo stesso che hanno votato gli elettori nel 2007, ma la persona è diversa». Insomma, altro stile e altro metodo, assicura Cimaschi che definisce il suo un «sacerdozio laico» che «saprà esaltare i valori della collegialità e della compartecipazione di tutti i consiglieri». Una chiara volontà di superare battaglie e conflitti che hanno attanagliato il centrodestra in municipio fino alla sua implosione del mese scorso.
Sul campo opposto invece, come nei giochi a somma zero, Russo perde tutto. «Cimaschi è una persona valida anche se spero che la sua elezione non sia solo funzionale alla nomina di un presidente», spiega l'ex assessore poi candidato alla leadership del municipio e da ieri semplice consigliere. «Aveva fatto male i suoi conti e si era fidato troppo delle promesse» spiega Marco Rolandi del Pd che aveva dichiarato di votare per Russo «ma non con entusiasmo». Facile collegare l'allusione di Rolandi ad Alessandra Di Mattia del Pdl che, secondo indiscrezioni, avrebbe sciolto la riserva tra il fare l'assessore col centrodestra o col centrosinistra solo alle 14 di ieri, in apertura di consiglio risultando determinate con il suo voto per l’elezione di un candidato o dell’altro. Per quanto riguarda la giunta è praticamente certa la riconferma dell'assessore uscente Roberta Bergamaschi che conserverebbe anche l'incarico di vicepresidente. New entry Alberto Loi del Pdl mentre all'ex assessore al Territorio, Milena Pizzolo, da poco passata alla Lega, andrebbe la delega sulla Moschea. Un segnale inequivocabile contro la moschea al Lagaccio decisa dal Comune.
Sulla Di Mattia, invece, fino a poco tempo fa pesava il veto deciso dagli stessi vertici del Pdl che avevano assicurato: «niente assessorati ai traditori che hanno votato la sfiducia a Siri». Ma ieri è stato lo stesso coordinatore azzurro, Gianfranco Gadolla, a correggere il tiro.

«È cambiato il modo di vedere le cose in queste settimane», spiega Gadolla che non esita a sparare contro l'ex presidente: «Sono soddisfatto dell'esito della votazione e ho piena fiducia in Cimaschi perché finalmente in municipio ci sarà un lavoro di concerto e non solo di una singola persona che aveva isolato alcuni settori della maggioranza. Abbiamo capito che il problema era Siri e ora si è risolto». Veleni vecchi e nuovi.

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