CHAILLY dà il via alla Filarmonica con «Blimunda»

Il poema è stato composto da Azio Corghi per i 25 anni dell’orchestra In programma anche brani di Anton Webern e di Strauss

La Filarmonica della Scala compie 25 anni. Festeggia con una commissione («Poema sinfonico, Sette scene da Blimunda») ad Azio Corghi che ne compie 70. La affida a Riccardo Chailly, che, beato lui, di anni ne ha solo 54. Tutti assieme appassionatamente Corghi, Chailly e Schiavi, presentano il concerto di lunedì. A ciascuno il suo. Per il direttore artistico è tempo di bilanci, positivi. Per Corghi di ricordi. Per Chailly anche di consuntivi sull'avventurosa operazione Aida. Ha ragione lui. Tutto questo viavai di gente più o meno giovane e più o meno non più giovane uscita dal Conservatorio di Milano - era Marcello Abbado o giù di lì - insegnanti, discenti, ragazzi che insegnano ai maestri quello che loro non hanno fatto in tempo e scambi generazionali padri-figli, creano proprio una «grande bottega della musica». Da dove sono usciti la quasi totalità degli scaligeri, solisti, compositori e direttori di fama internazionale. Insomma, ci si ritrova sempre un po'in famiglia. La commissione è un'usanza della Filarmonica. Corghi la riprende tra l'entusiasmo di Chailly che ha fatto di nuovo e desueto una sua filosofia. In programma altri due poemi sinfonici. Im Sommerwind (Nel vento d'estate), poema giovanile (1904) di Anton Webern non ancora allievo di Schönberg. E Ein Heldenleben (Vita d'eroe), autobiografico addio al genere d'elezione di Richard Strauss. Che lo dedica al Concertgebouw di Amsterdam. Una delle «case» di Chailly. Per Azio Corghi Blimunda è nostalgia. Il Lirico, la sua prima opera importante, l'ora zero del sodalizio con José Saramago, il Nobel 1998 che avrebbe ispirato anche Divara, un cantata sacra, il recentissimo Dissoluto. In mezzo Tat'jana, da Cechov. E prima Rabelais. Già, perché Corghi ha sempre pensato alla musica come a un fiume che scorre dentro un alveo fatto di ieri, oggi e affluenti di varia cultura. Insomma un mix di passato e presente, se possibile agganciato a una fonte narrativa forte. Magari popolare. Blimunda è un'opera per la Scala del ’90. Ridotta a poema sinfonico sviluppa la sua trama in flash back e apre sulla protagonista Blimunda che vola su una nuvola con le anime dell'amato Baltasar e di Laurenço inventore della Passarola il cui motore è il respiro dei moribondi. Blimunda, la voce del violoncello, è il narratore. Corghi continua a inseguire onirismo e fiabesco. E numerologia, come la triade reiterata la-re-sol diesis che sarebbero morte, Cristo e il diavolo. È felice d'avere finalmente per sè un «grande direttore». Il quale tira fuori la partitura Ricordi nuova di zecca. La apre e sospira. È di una difficoltà paurosa. Perché quel 5 che torna sempre? Anche Chailly ha mille racconti. L'imminente tour americano con l'orchestra del Gewandhaus. La questione dell'organo di Toscanini, il maestro che diresse a Milano Vita d'eroe, nel 1907. La sua Aida. Diventerà un dvd Decca con tanto di fuggitivo Alagna magistralmente «ricostruito» dai tecnici Rai nel ruolo di Radames. E Ildiko Komlosi, che fu la prima Blimunda. I giovani e la musica d'oggi.

La necessità di "uscire dalla facciata" per aprire a tutti "ori e stucchi". Magari con la formula messa a punto dalla London Symphony anni Sessanta, e da lui adottata alla Verdi, del discovery concert.
Filarmonica della Scala
Teatro alla Scala
Lunedì ore 21

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