Le chance per guadagnare: bene i Btp, occhio alla casa

Come investire e proteggere i risparmi tra crisi dei mercati e manovre finanziarie Borsa: puntare sui marchi affermati. La soluzione dei fondi e dei piani accumulo

Le chance per guadagnare:  bene i Btp, occhio alla casa

Adesso che il governo Monti è nel pieno dei poteri avendo ricevuto un doppio voto di fiducia, alla Camera e al Senato, con un’ampia maggioranza, ci si interroga su come investire i propri risparmi, al fine di cogliere le eventuali opportunità e, al contempo, evitare o, perlomeno limitare, i possibili impatti delle manovre attese.
Per individuare le soluzioni migliori da percorrere, ipotizziamo l’approvazione di almeno alcune delle richieste che i partner europei chiedono all’Italia (pareggio di bilancio nel 2013, dismissioni di asset pubblici mobiliari e immobiliari, riforma delle pensioni e del lavoro) e, interventi più o meno efficaci mirati a far tornare a crescere il nostro Paese. E che, soprattutto, questi interventi vengano apprezzati dai mercati i quali, nel frattempo, non dovranno peggiorare ulteriormente.
In questo contesto la prima scelta per i risparmiatori sono i titoli di Stato. Infatti le manovre del governo Monti dovrebbero, nel giro di tre-sei mesi, produrre i primi effetti e nell’arco di un anno stabilizzare i conti pubblici con ricadute positive sui titoli governativi. Ne consegue che il Bot scadenza 15.11.2012 che al prezzo di 94,26 euro rende il 6,32% lordo (5,50% netto), il Ctz scadenza 30.9.2013 che al prezzo di 86,91 offre un rendimento annuo del 7,95% (6,90% netto) e il Btp scadenza 1.8.2014 che al prezzo 92,29 paga il 7,62% lordo annuo (6,60% netto), sono titoli che assicurano rendimenti molto elevati e hanno scadenze contenute entro i tre anni che non vincolano eccessivamente i risparmi. Inoltre, qualora si riducesse la pressione sui titoli di Stati italiani, un calo di 100 punti di spread (ovvero di un punto percentuale di interessi) si tradurrebbe immediatamente in un guadagno dello 0,9% del valore del Bot, dell’1,60% di quello del Ctz e del 2,30% del prezzo del Btp scadenza 1.8.2014. Ancora più ghiotte le emissioni Btp-i (i titoli il cui rendimento è legato all’inflazione): in particolare il Btp-i 15.9.2012, che rende il 9,56% (7,47% netto), e il Btp-i 15.9.2014, che offre un rendimento del 11,52% (10,14% netto).
In alternativa ai titoli di Stato o, meglio ancora, insieme ai governativi del Tesoro, ci sono le obbligazioni societarie che permettono di diversificare il rischio in quanto la maggior parte delle imprese di media e grande dimensione, hanno approfittato della crisi del 2008-2009 per ristrutturarsi, diminuire i costi, aumentare i margini i profitti e quindi oggi si trovano in una situazione più solida di di tre anni fa. Chi investe in obbligazioni societarie può contare su rendimenti ancora interessanti ma deve restare assolutamente alla larga dal fai-da-te, evitando di acquistare un singolo titolo o, anche, un piccolo gruppo bond. La strada da percorrere è invece quella di appoggiarsi a fondi comuni, comparti di Sicav ed Etf specializzati in corporate bond che permettono, anche con poche migliaia di euro, una diversificazione su decine di titoli riducendo così l’impatto nel caso vi fossero dei default.
Per quanto riguarda le azioni italiane, invece, potrebbero recuperare dagli attuali livelli ( che sembrano piuttosto sacrificati) beneficiando della diminuzione del rischio Paese a mano a mano che le iniziative del governo prenderanno forma. Pertanto, visti gli alti rischi che comporta la Borsa, il consiglio è mantenere le posizioni in portafoglio: eventualmente si potrebbe comperare o tramite un piano di accumulo («Pac») su fondi ed Etf azionari specializzati sulla Borsa italiana oppure puntare, con moderazione, sulle aziende con marchi affermati e ad alta vocazione internazionale (come Campari, Tod's, Luxottica, Autogrill. Prysmian).
E chi volesse affidarsi ai conti correnti e ai conti di deposito ad alto rendimento? Il primo ragionamento da fare, soprattutto per quelli vincolati, è che rendono fino a tre punti percentuali meno dei titoli di Stato. Inoltre, i conti correnti e di deposito restano sotto la spada di Damocle di un’eventuale patrimoniale, per ora esclusa ma potrebbe essere decisa senza preavviso.
Stare alla larga, infine, dal mattone e dagli investimenti immobiliari. Con la reintroduzione dell’Ici anche sulla prima casa e la rimodulazione degli importi dovuti in funzione del reddito, e la rivalutazione delle rendite catastali, gli immobili sono destinati ad essere uno dei beni più colpiti.

Semmai è meglio aspettare i fondi d’investimento dove confluiranno gli immobili statali da dismettere e sui quali si potrebbe investire con un buon margine di guadagno se, come sembra, sarà garantito un prezzo di collocamento inferiore a quello dei beni stimati in portafoglio.

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