Chavez porta in tivù lo scheletro del «Libertador» ed esulta: «Simon Bolivar vive!»

Venezuela, bravata oltre i limiti del macabro del presidente a corto di popolarità: fa esumare il cadavere dell'eroe nazionale dell'Ottocento e lo mostra davanti alle telecamere a ora tarda. «Era il mito della mia infanzia», dice commosso. Ora vuole dimostrare che era stato avvelenato

Sinistra a corto di miti, persino in America latina. Il presidente venezuelano Hugo Chavez, che anela a diventarlo, ha pensato bene a rivolgersi a quelli del passato. Anzi, della propria infanzia. Così, con raro senso del macabro, ma anche un infantile entusiasmo che è sembrato sincero, Chavez ha evocato il mito dei miti dell'America latina: «el Libertador» Simon Bolivar, morto di tisi ma, secondo il presidente, avvelenato dai suoi nemici.
Seduta spiritica? Macché: Chavez ha fatto le cose in grande. Esumato il cadavere, lo ha mostrato in tivù, ossa su ossa. «Bolivar vive!», ha esclamato quindi davanti alle telecamere, entusiasta e commosso. In una cerimonia solenne, Chavez ha voluto mostrare davanti alle telecamere - di notte, per evitare di impressionare i bambini - lo scheletro del «libertador», morto nel 1830 di tubercolosi, secondo quanto affermato finora gli storici, una tesi messa però in discussione ormai tempo fa dal presidente.
Fin da ragazzo, Chavez ha fatto della storia di Bolivar un vero culto, visto che considera il suo pensiero di fatto eterno. «Da bambino, invece di Superman era lui il mio eroe... me lo immaginavo mentre attraversava la cordigliera delle Ande», ha detto più di una volta negli ultimi anni.
Afflato non sopito dal trascorrere del tempo. «Eccolo che splende su un popolo che lo amerà sempre.. Confesso che abbiamo pianto.. Questo scheletro glorioso è Bolivar, sento il suo fiammeggiare», ha scritto Chavez durante l'esumazione su Twitter, la sua ultima passione, intrecciando così sarcofaghi e tv, storia ufficiale e media. Iniziativa che non ha però suscitato alcun interesse nell'opposizione, per la quale Chavez punta solo a nascondere i problemi che affronta Caracas, in particolare l'inflazione e la situazione economica. Senza dimenticare - afferma il fronte anti-bolivariano - che il 26 settembre ci sono le elezioni parlamentari.
L'esumazione è avvenuta tenendo conto tutti i protocolli internazionali previsti in questi casi, ha d'altro lato precisato il ministro degli interni, Tarek El Aissami, che ha preso parte alla cerimonia insieme ad una cinquantina di persone, molte delle quali esperti della Procura generale di Caracas.

Chavez ha assicurato che ci sono già delle scoperte «di rilievo», senza però dare altri dettagli: «lo faremo più avanti», ha commentato, ricordando che scienziati spagnoli e venezuelani esamineranno attentamente i resti del Libertador, custoditi nel Pantheon nazionale di Caracas, lo stesso posto dove due settimane fa il presidente venezuelano ha fatto tumulare i resti simbolici (della terra prelevata dalla fossa comune in cui fu sepolta) dell'ecuadoriana Manuelita Saenz, morta nel 1856 in Perù: la compagna per molti anni proprio di Bolivar.

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