Che splendide azzurre Mi sento una di loro

L a Fed Cup, giocata per la prima volta nel lontano 1963 a Londra fu fortemente voluta dalla Federazione internazionale tennis, il cui presidente era Giorgio De Stefani. Le donne ebbero finalmente la possibilità di disputare una gara la cui formula è identica a quella della Coppa Davis. Un solo dettaglio fa la differenza. Le signore nella seconda giornata disputano due singolari e il doppio, perché i match si giocano al meglio dei tre set. Quest’anno l’Italia, con grande merito, ha vinto la Fed Cup. E io, che l’ho giocata dal 1963 al 1975, sono la donna più felice del mondo. Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Mara Santangelo, Roberta Vinci hanno sovvertito ogni pronostico battendo le loro fortissime avversarie fuori casa. La Francia di Amelie Mauresmo, campionessa che in aprile era n° 1 del mondo; la Spagna a Saragozza; il Belgio di Justine Henin, che chiude l’anno come n° 1, a Charleroi. Angelo Binaghi, il nostro presidente, ha voluto festeggiare le tenniste con una cena sontuosa a Villa Miani a Roma. Allegre, belle e brave, le nostre ragazze hanno addirittura cantato «Sei bellissima» con Dolcenera. La cantante, non tutti lo sanno, è stata anche una buona terza categoria. Io posso solo aggiungere che assieme alla squadra ho gioito e sofferto perché ci sono stati momenti difficilissimi. Posso raccontare l’emozione di una strepitosa vittoria e l’immensa riconoscenza che provo nell’essere stata accettata con lealtà e amicizia. Tra donne di generazioni così lontane non è facile e questo mi lusinga.

Ho chiesto a Giorgio Armani di disegnare la divisa per la squadra. Grazie alla genialità del nostro stilista le azzurre oggi girano il mondo precedute dalla loro fama: sono forti eleganti e belle. In aprile la Fed Cup ricomincia. Affrontiamo la Cina in casa.

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