Chi fa il bullo fuori da scuola a 24 anni ha già tre condanne

Dai dati della Procura la prova: il 45 per cento di chi minaccia i compagni diventa un delinquente. Oggi e domani l’incontro tra medici e istituzioni al Fatebenefratelli

Chi fa il bullo fuori da scuola a 24 anni ha già tre condanne

Chi fa il bullo da adolescente è facile che diventi un criminale da grande. Il 45 per cento dei ragazzi che a scuola hanno minacciato i compagni, sfoderato coltellini dai jeans e provocato risse, entro i 24 anni viene condannato almeno per tre crimini diversi. Un dato allarmante, raccolto dalla Procura di Milano, e analizzato dall’équipe medica dell’ospedale Fatebenefratelli per fare il punto sul fenomeno del bullismo. Tema a cui, tra oggi e domani, sarà dedicato un convegno a cui prenderà parte anche il ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini.
Il bullismo è anche il campanello di allarme per un altro enorme problema: quello dei suicidi tra i giovanissimi. Il 15 per cento degli adolescenti che tentano di togliersi la vita lo fa perché è stato vittima dei bulli della scuola, si è sentito umiliato, picchiato o diffamato ma non hanno avuto la forza di reagire.
«Vogliamo prevenire tutto ciò - spiega Luca Bernardo, direttore del dipartimento materno infantile del Fatebenefratelli e presidente della commissione nazionale per la prevenzione del disagio e del bullismo - e fare in modo che i ragazzi tornino a fare gli adolescenti, evitando che i bulli di oggi diventino i criminali di domani. Lavoreremo con le scuole, le famiglie le istituzioni. Il primo appello è rivolto ai genitori: osservino i comportamenti dei loro figli e non li definiscano solo delle semplici ragazzate».
I campanelli di allarme possono essere tanti: sbornie troppo frequenti, disinteresse verso tutto, testa che crolla e sonno incontrollabile anche all’ora di cena. «Il bullismo di oggi - aggiunge Claudio Mencacci, che da sempre si occupa delle problematiche dei giovani - si presenta in una società più tollerante alle trasgressioni e questo non va bene. Le conseguenze del bullismo a 6-7 anni si portano avanti per tutta la vita e si traducono spesso in insicurezza o depressione.
Altra novità: il cyberbullismo. La violenza non è solo fisica, non sfocia solo nella scazzottata nei corridoi della scuola. Può essere anche una forma di stalking e di persecuzione psicologica. Basta un telefonino. Basta una falsa storia messa in giro via sms o un filmato equivoco fatto circolare tra i compagni per distruggere una persona. L’aggressione informatica è ancora più pericolosa poiché i filmati diffusi on line circolano tra un numero enorme di persone. «Non abbiamo ancora i dati di questo nuovo fenomeno di bullismo - spiegano i medici - ma sappiamo che evolve molto rapidamente e le dinamiche sono sempre le stesse. Il bullo-predatore non ha sentimento né pietà verso la sua vittima. La sceglie con cura e la colpisce».
Durante il convegno verrà presentato uno studio secondo cui dietro a tanti comportamenti deviati e dietro alla perdita del senso del limite c’è una carenza di ore di sonno. I giovani sono sovrastimolati, fin da bambini. «Bere coca cola o assumere zuccheri attraverso le merendine a quattro anni - spiega Mencacci - porta a dormire meno e per tutta la vita a mantenere molto alto lo stato di gratificazione immediata, così come avviene con gli zuccheri». Per questo aumenta l’uso di alcol o di stupefacenti. Per questo si ha sempre meno la percezione del rischio. «Un dato da non sottovalutare - spiega Mencacci - sono gli incidenti in motorino.

I ragazzi sono sempre più spericolati, bevono troppo, sono distratti. Dietro a questo si possono nascondere disagi gravi». I divieti imposti ai locali per non vendere alcol ai minori di 16 anni fanno sì qualcosa. «Ma non bastano - aggiunge Bernardo - se non si cerca anche di prevenire».

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