Sala contro l'intitolazione di Malpensa a Berlusconi. Barbara: "Amareggiata"

Il sindaco ricorre al Tar sulla delibera dell'Enac. La figlia del Cav: "Usa mio padre, è in difficoltà"

Sala contro l'intitolazione di Malpensa a Berlusconi. Barbara: "Amareggiata"
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Aveva promesso battaglia contro l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno 2023, in questo caso è stato di parola. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha approvato il ricorso al Tar giovedì in giunta. Chiede di annullare l'ordinanza firmata l'11 luglio da Enac (l'Ente nazionale per l'aviazione civile). «Se gli altri Comuni dell'area si opporranno ci assoceremo» aveva protestato subito dopo l'annuncio del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, «è stata seguita una procedura senza garbo istituzionale, frutto dei tempi barbari che viviamo». Sui social si era rivolto anche alla presidente di Fininvest Marina Berlusconi: «Ha vissuto sulla sua pelle quanto suo padre sia stato amato e odiato. Non era meglio aspettare? Perché dobbiamo tornare così presto a schierarci?». Ora Milano, con i Comuni di Cardano al Campo, Somma Lombardo e Samarate su cui insiste l'hub gestito da Sea, passa alle vie legali. «Confermo che siamo associati al ricorso degli altri Comuni, per le tempistiche non so ancora niente» ha riferito ieri Sala. «Da figlia sono amareggiata che il sindaco della città così tanto amata da mio padre usi la sua figura per spostare l'attenzione mediatica dalle proprie difficoltà amministrative - replica Barbara Berlusconi -. Dall'incredibile vicenda dello stadio, alla sicurezza, alla viabilità, al totale immobilismo del settore edilizio dovuto agli scontri con la Procura. Capisco che tenti di accreditarsi come leader politico nazionale entro la fine del suo mandato, anche con iniziative di mera propaganda ideologica. Credo però che farebbe meglio a concentrarsi di più sui problemi veri dei milanesi».

Per il Comune l'intitolazione «è illegittima». La strategia legale è riassunta nella delibera. Il cda di Enac ha votato la delibera il 5 luglio e ha avuto il via libera del Ministero dei Trasporti cinque giorni dopo. L'11 il dirigente Enac competente ha disposto l'intitolazione dello scalo alla memoria del presidente e fondatore di Forza Italia e quattro volte premier con la denominazione «Aeroporto internazionale Milano Malpensa - Silvio Berlusconi». Ma «è stato usato il nome di Milano in associazione al nome Silvio Berlusconi senza che autorizzazione del Comune. Ciò rende gli atti illegittimi», sostiene l'Avvocatura, perché «l'amministrazione è titolare di diritti esclusivi sulla denominazione Milano» in base a un Regolamento approvato lo scorso 23 aprile. Può essere concessa a terzi «solo previa autorizzazione», e in questo caso «non è stata né richiesta né rilasciata». Il ricorso si basa anche sull'«incompetenza funzionale» di Enac, sul «difetto di istruttoria» per il «mancato coinvolgimento dei Comuni, che vantano con l'aeroporto uno stretto collegamento funzionale e di immagine». E rimarcano di esserne venuti a conoscenza «solo a mezzo stampa, senza essere consultati prima».

Esplode la polemica politica. Proprio domani ricorrono gli 88 anni dalla nascita e verrà emesso un francobollo commemorativo del Cav. «Anche dopo la sua scomparsa non si fermano l'odio e il rancore nei confronti di Berlusconi, proprio dalla sua Milano, al cui benessere, e a quello di tutta Italia, ha contribuito con tanto amore, al di là delle appartenenze politiche. Vergogna!» attacca Salvini. Il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante assicura che «il Governo andrà assolutamente avanti sull'iter». Il presidente FdI del Senato Ignazio La Russa incalza: «Per distogliere l'attenzione dalla debacle della sua giunta sulla vicenda stadio (un indifendibile autogol) Sala si immola oggi in un attacco alla memoria di Silvio. Quanto ha da fare il povero per tenere in piedi la baracca». Il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi invita Sala a «non alimentare sterili polemiche su un nome che è grande patrimonio ideale per Milano e l'Italia». Per Gianluca Comazzi, assessore della Lombardia e colonnello Fi «è un'azione sleale, ci ribelleremo».

Fedele Confalonieri, presidente di

Mfe Mediaset e braccio destro del Cav, assicura che «Berlusconi non ha bisogno di questi omaggi, ha lasciato un'eredità a prescindere dalla via o piazza. A me e a tantissimi che hanno lavorato con lui ha cambiato la vita».

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