Cinquecento milioni di dollari, secondo un broker genovese, è probabilmente il valore assicurativo di Costa Concordia, la nave di Costa Crociere naufragata all’isola del Giglio. L’assicuratore è il gruppo statunitense Aon, leader mondiale nel settore del risk management e nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. Ma i 500 milioni di dollari riguardano soltanto la copertura della nave, scafo e macchina. Per la copertura assicurativa delle responsabilità dell’armatore, che comprendono risarcimenti ai passeggeri e all’equipaggio, eventuali danni all’ambiente, e rimozione del relitto, interviene il club inglese Protection & Indemnity Club, nel mondo dello shipping comunemente indicato come P&I. Nel caso di Costa Concordia interverrà la Standard. La nave, secondo gli esperti del settore, è totalmente irrecuperabile. Costa Crociere dovrà quindi fare eseguire la rimozione del relitto.
Ma nel caso del naufragio della Costa Concordia la copertura del rischio è comunque condiviso da una decina di assicurazioni: lo ha detto una portavoce di XL Insurance, uno dei giganti del settore che non ha voluto confermare, citando «il rapporto di confidenzialità coi clienti», se il gruppo sia coinvolto nella tragedia della nave di crociera della Carnival davanti all’isola del Giglio. Secondo fonti a Londra, le Assicurazioni Generali sarebbero nel pool coinvolto nella copertura dei danni della nave: «Si usa nel settore assicurativo dividere il rischio. Una società assicura la nave, un’altra i passeggeri, un’altra le opere d’arte che potrebbero trovarsi a bordo».
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