Chiesti 78 giudizi per le mazzette al Vte di Voltri

Piero Pizzillo

La mega inchiesta sullo scandalo delle tangenti al terminal Vte di Voltri, che ha coinvolto decine di funzionari doganali, spedizionieri e dirigenti di società di spedizioni, si è conclusa ieri con la richiesta di rinvio a giudizio per 75 persone e tre società, la Saimare, l’Interimp e la Spamar, e di archiviazione per 20 indagati. Le accuse vanno dal peculato alla corruzione, al falso ideologico, al contrabbando. Complessivamente sono 542 i capi di imputazione contestati dal pm Francesco Pinto al pattuglione di inquisiti.
Era il 7 dicembre del 2004 quando i finanzieri irrompevano negli uffici della dogana e degli spedizionieri, arrestando tredici persone. A Rosario Musmeci, funzionario doganale addetto all’ufficio visite, presunto capo dell’organizzazione, difeso da Vaccaro e Scodnik, il pm ha attribuito ben 134 episodi.

Secondo l’accusa, gli spedizionieri dietro compensi in denaro, che andavano da 100 a 350 euro (solo in un caso la tangente è stata di 3500 euro) o in buoni benzina, ottenevano favori dai doganieri (ad esempio, verbali di controllo merci retrodatati). Inoltre, le merci di scambio tra spedizionieri e doganieri, erano: borse, calamari, cellulari, giubbotti, liquori e altro. Solo una volta per sveltire una pratica si è ricorso a due entraineuse.

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