A Chinatown si comprano le patenti

L'indagine, durata due anni, coinvolge trenta clienti e cinque complici (tra cui un vigile)

A Chinatown si comprano le patenti
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Più di 30 indagati: 5 truffatori e una trentina di neopatentati che hanno beneficiato della frode delle patenti facili. Si è conclusa così un'indagine di due anni condotta dalla polizia locale (Unità investigazioni e prevenzione).

Al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, il gip ha emesso un ordine di custodia cautelare domiciliare a carico di una donna cinese, il dominus e organizzatore del sistema fraudolento, nonché diversi decreti di perquisizione a carico degli altri soggetti indagati, tra i quali una guardia giurata complice in servizio alla Motorizzazione che eludeva di effettuare i controlli dei candidati durante le fasi d'esame e a carico di un agente della Polizia locale, complice anch'egli, che aveva il compito di suggerire da remoto le risposte dei quiz, e reclutava candidati e collaboratori. L'intervento si è svolto a Chinatown dove alcuni cittadini stranieri, prevalentemente cinesi, si sono affidati a truffatori senza scrupoli impegnati a favorire in modo illecito il superamento dell'esame teorico per la patente di guida anche per chi non conosceva ancora la lingua italiana.

Le indagini, iniziate con pedinamenti e appostamenti, sono culminate con una rete di intercettazioni telefoniche che si è avvalsa anche di traduttori di madre lingua cinese e araba, e che ha permesso di delineare il modus operandi dei criminali.

Gli aspiranti candidati per conseguire la patente di guida pagavano tra 3mila e 5mila euro, quindi venivano adeguatamente istruiti sulle modalità per ricevere le giuste risposte ai quiz della prova d'esame. I malviventi offrivano un «pacchetto completo» ai clienti che prevedeva anche il disbrigo delle pratiche burocratiche inerenti la domanda da presentare alla motorizzazione, l'accompagnamento del candidato il giorno dell'esame in taxi in via Cilea alla sede della motorizzazione civile. locale nel quartiere cinese.

Le ordinanze sono state eseguite nelle abitazioni dei truffatori e nella sede di un'autoscuola compiacente dove

uno degli indagati lavora. In seguito a perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati 160mila euro in contante, orologi e altri oggetti preziosi nonché la strumentazione elettronica utilizzata per l'attività fraudolenta.

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