Cinque volte al giorno deve pregare il fedele islamico. Puntuale, secondo il canone stabilito da una religione che consente poche deroghe. Anzi nessuna, dal tramonto del sole a quello del giorno successivo e rispettando rigorosamente lo stato di purità rituale. Un precetto da osservare con scrupolo, perché l'inadempienza comporta un grave peccato nei confronti del volere divino. E allora ecco il rito all'alba, a mezzogiorno, al pomeriggio, al tramonto e di notte.
E pazienza se a Milano ad annunciarlo non c'è il suadente invito del muezzin dalla cima del minareto e per rivolgersi verso La Mecca serve magari la bussola del telefonino, i riders che a ogni ora del giorno e della notte corrono in bici per consegnare il cibo, al tempo della preghiera non rinunciano. E fanno bene. Perché pregare è sempre cosa buona e giusta.
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