Il terremto che sta investendo la Germania ha inizio a metà dicembre del 2011 quando la Bild ha rivelato un’imprudente telefonata fatta dal capo di Stato Christian Wulff al direttore del giornale, Kai Diekmann. Una "chiacchierata" in cui si sollecitava di rinunciare o almeno di rinviare la pubblicazione di un articolo imbarazzante che lo riguardava.
In assenza del direttore, il presidente tedesco ha lasciato un avvertimento al giornalista in cui minacciava anche azioni legali. La direzione del quotidiano non si è lasciata intimidire: l’articolo è stato pubblicato rivelando che, per la costruzione della sua villa, il capo dello Stato, quando era ancora governatore della Bassa Sassonia, aveva ottenuto dalla moglie di un amico imprenditore un prestito di 500mila euro al 4 per cento. Un tasso sicuramente inferiore rispetto a quello che gli avrebbe concesso qualunque banca. Tuttavia, a sollevare lo scandalo non è stato tanto il prestito, quanto il pesantissimo intervento di Wulff nei confronti del giornalista che è stato interpretato come un tentativo di limitazione della libertà di stampa. Da quel momento, quindi, i media hanno iniziato a martellare con una serie di rivelazioni imbarazzanti. Tra queste anche le vacanze all’estero trascorse dalla famiglia Wulff nelle ville di imprenditori amici.
La campagna mediatica non ha dato tregua. Si è arrivati addirittura a sostenere che, pur di evitare ogni possibile sospetto di eventuali compiacenze politiche, il capo di Stato avrebbe dovuto pagare 150 euro al giorno alla famiglia che lo aveva ospitato. Successivamente si è scoperto che la moglie di Wulff, Bettina, aveva ottenuto un’Audi a condizioni di leasing favorevoli, ma il presidente ha chiarito di pagare ogni mese una quota superiore agli 800 euro, conforme alle condizioni fissate anche per gli altri clienti. E ancora: un paio di settimane fa si è scoperto che durante un festival cinematografico a Monaco di Baviera, Wulff e la moglie avevano pernottato a spese di un produttore cinematografico, lo stesso che gli ha poi pagato un soggiorno di tre giorni nell’isola di Sylt, sul Mare del Nord, di 258 euro ciascuno. Il capo dello Stato ha spiegato di avere rimborsato la somma in contanti all’amico produttore. Una giustificazione che è stata accolta con molto sarcasmo.
Per la Germania si tratta di un grave colpo dal momento che le dimissioni di Wulff arrivano quasi due anni dopo quelle di Horst Koehler che aveva
rinunciato all'incarico il 31 maggio del 2010 dopo un altro scivolone: l’incauta dichiarazione, in cui spiegava che il contingente tedesco in Afghanistan era sul posto anche per difendere gli interessi economici del proprio Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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