Volata doveva essere e volata è stata ma a prendersi le prime pagine sarà sicuramente la caduta che rischia di togliere dai giochi uno dei favoriti per la vittoria finale del Tour de France. Ad aggiudicarsi la volata è ancora l’eritreo Biniam Girmay, alla terza vittoria di tappa, ma l’attenzione di tutti è concentrata sulle condizioni di Primoz Roglic. Dopo le grandi fatiche della tappa di ieri, gli unici a provare un’azione sono il solito Abrahamsen ed i francesi Madouas e Turgis, reduce peraltro dal furto della propria bici durante la notte.
Il ciclista norvegese si porta a casa i due punti per la maglia a pois in palio, pareggiando i conti con Pogacar ma le squadre dei velocisti riescono a riprendere i fuggitivi ad una quarantina di chilometri dall’arrivo. Il finale di tappa vive delle schermaglie tra i vari treni e dalla brutta caduta che coinvolge il campione sloveno, che al traguardo perderà 2’27”. In volata, rimonta clamorosa del ciclista eritreo che si fa strada in qualche modo e riesce ad avere la meglio di Wout van Aert in una volata concitata.
Quattro in fuga, qualche ritiro
Ad animare la carovana del Tour ancora prima della partenza, la notizia della modifica alla classifica della 11a tappa che toglie a Primoz Roglic i 30 secondi persi nella caduta a pochi chilometri dal traguardo. Il ds della Bora-Hansgrohe Gasparotto ha confermato che lo sloveno non ha riportato conseguenze gravi dalla caduta ma la situazione resta delicata. Al pronti via, le prime azioni estemporanee vengono recuperate nel giro di pochi chilometri ma quando, a 182 chilometri dall’arrivo, Abrahamsen, Madouas e Pacher decidono di andarsene, solo il francese Turgis riesce a riportarsi sulla fuga, che guadagna rapidamente terreno su un gruppo che rallenta in maniera vistosa per consentire alla maglia gialla di recuperare dopo esser stato coinvolto in una caduta.
Il quartetto si porta a 3’30” di vantaggio prima che le squadre dei velocisti si portino in testa per contenere il distacco nell’avvicinamento alla prima salita di giornata, la Côte d'Autoire. Abrahamsen regola i fuggitivi, portandosi ad un solo punto dalla maglia gialla Pogacar nella classifica scalatori ma tutti stanno già pensando alla prossima salita, la Côte de Rocamadour, un altro GpM di 4a categoria che difficilmente causerà grossi problemi. Nel frattempo, dopo il ritiro di Fabio Jakobsen e di Pello Bilbao, apparsi in nettissima crisi, il vantaggio della fuga è attorno ai due minuti in quella che, almeno finora, sembra essere una tappa piuttosto tranquilla. La calma piatta si spiega col fatto che, a parte il traguardo volante di Gourdon e l’ultimo GpM di quarta categoria, gli ultimi 100 chilometri di questa tappa riservano ben poche particolarità.
Fuga ripresa, in volata vince Girmay
Sul traguardo volante è il francese Turgis ad avere la meglio di Abrahamson mentre a regolare il gruppo ci pensa Biniam Girmay, che riesce a spuntarla sul rivale Philipsen. L’accelerazione imposta al gruppo dalla Movistar e dalla Alpecin-Deceuninck è sufficiente per ridurre progressivamente il vantaggio del quartetto di testa, che si appresta ad affrontare l’ultima salita di giornata. Ad 80 chilometri dall’arrivo, i fuggitivi hanno solo 1’20” di vantaggio da difendere. Le prime rampe dell’ultima salita di giornata, la Côte de Montcléra, vedono il gruppo sempre più vicino: Abrahamsen si mette a tirare ma Turgis non ne ha più e si fa riassorbire dal peloton. L’azione consente al ciclista norvegese di portarsi in testa alla classifica scalatori, a pari punti con la maglia gialla Tadej Pogacar.
A 45 chilometri dall’arrivo, il vantaggio dei tre fuggitivi è ormai sotto il minuto e la sensazione è che le squadre dei velocisti preferiscano tenerli là davanti. La fuga viene comunque ripresa pochi chilometri dopo: resta da capire quale sarà la strategia delle varie squadre, considerato che il vento non è abbastanza forte da giustificare la formazione dei ventagli. I chilometri scivolano via uno dietro l’altro, senza che nessuno provi nemmeno azioni di disturbo: a questo punto è probabile che il peloton si giochi la tappa in volata. A 14 chilometri dall’arrivo il ritmo del gruppo rimane sotto i 50 km/h, colpa anche dell’afa che rende la vita dei ciclisti ancora più complicata. Ad animare il finale, una brutta caduta a centro gruppo che coinvolge ancora Primoz Roglic, che sembra molto dolorante ed è costretto a rallentare.
Crash in the peloton. Those worst affected are being seen to by the medical team.
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Chute dans le peloton. Les plus affectés sont gérés par les équipes médicales.#TDF2024 pic.twitter.com/R4mjrhXCAz
La maglia gialla si porta in avanti, scortata dai suoi gregari, per evitare cadute; una volta arrivato alla zona di neutralizzazione, lascia spazio alle squadre dei velocisti per la battaglia in volata. Nel frattempo Roglic sta perdendo circa due minuti: il suo Tour de France potrebbe finire qui. Ad un chilometro Girmay marca stretto Philipsen ma i due si ritrovano indietro nel gruppo e sono costretti a risalire. In un finale frenetico, è proprio l’eritreo ad avere la meglio di Wout van Aert e concludere con la sua terza vittoria al Tour de France.
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"Bini Bini Bini Bini" - Kasier Chiefs
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La classifica
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La tappa di domani
Dopo i fuochi d’artificio degli ultimi giorni, la carovana del Tour si prende un momento di riposo con una tipica tappa di trasferimento. Prima di affrontare i picchi dei Pirenei, tempo di puntare verso sud con un misto di colline e poche salite che sembra favorire un finale in volata.
Ci sarebbe anche la possibilità di una fuga da lontano ma su un tracciato così
poco probante, accumulare abbastanza vantaggio potrebbe essere complicato. Più facile che gli uomini di classifica rimangano al sicuro in cima al gruppo prima della battaglia tra i treni dei velocisti a Pau.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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