Elodie, sta per iniziare il suo terzo Sanremo in gara.
«E io mi sento come Dr Jekyll e Mr Hyde».
Ossia?
«In alcuni momenti sono serena. In altri darei le testate contro uno spigolo».
Come evitare tanti bernoccoli?
«Avere la cosiddetta cazzimma. Salire sul palco dell'Ariston e per 3 minuti e venti secondi essere tutt'uno con il mio brano senza nient'altro intorno».
Nella imminente docu-serie di Prime Video anche Carlo Verdone garantisce che questa ragazza alta, armoniosa e bellissima ha carattere da vendere. Le tre puntate dirette da Nicola Sorcinelli non sono la storia della sua vita, ma quasi, e si intitolano Sento ancora la vertigine (dal 20 febbraio) come il verso di un brano del disco Ok. Respira in uscita il 10 febbraio. Dal video domestico girato alla piccola Elo il 21 marzo 1993 fino alle riflessioni sul prossimo Festival, qui si capisce come Elodie sia diventata Elodie e ovunque c'è «cazzimma» anche se «non sono così forte come sembra». In fondo, da quando è uscita da Amici, Elodie Di Patrizi, 32 anni, romana de Roma, ha davvero dimostrato di averlo, il carattere. Tra un brano in cima alle classifiche e una polemica politica (diciamo che non ha proprio simpatie di centro destra), è diventata un punto di riferimento per Millennials e Gen Z e, senza troppe categorizzazioni, anche per chiunque abbia nella propria bussola la moda, la fluidità e la musica urban. Per capirci, in questi ultimi anni ha saputo crearsi tante immagini mai conflittuali, a differenziarsi, a mettere sotto i riflettori molte Elodie diverse. Mica poco.
A Sanremo canta Due.
«Me ne sono innamorata al primo ascolto. Racconta di una relazione finita male».
A proposito, nel disco c'è anche il brano intitolato Apocalisse.
«Parla di una relazione molto, molto complessa».
Può essere autobiografica (Elodie ha avuto un amore con il rapper Marracash - ndr)?
«Non dovrei dirlo ma potrebbe esserlo».
E oggi?
«Sono molto felice. E soprattutto ho capito che cosa non voglio, come non voglio sentirmi».
Ossia?
«Non voglio difendermi in casa mia».
Detta così potrebbe alludere a violenze.
«Ma no, è naturalmente soltanto una metafora per rendere un concetto così complesso. Per me la casa deve essere il porto sicuro, nel quale si rispetta l'identità dell'altra persona. L'amore vero scaturisce da qui».
Dopo Sanremo esce la docu-serie. Ma a Sanremo cosa accade?
«Vorrei far vedere altre mie sfaccettature. E poi esce il disco».
Ok. Respira.
«Due anni di lavoro. E di lavoro con un team veramente particolare composto da Max Brigante e Jacopo Pesce e da amici e autori strepitosi come Dardust, Mahmood, Davide Petrella e, naturalmente, Elisa».
Bel rapporto il vostro.
«È nato ad Amici. Lei forse ha visto in me qualcosa che lei aveva alla mia età e poi ci siamo date la possibilità di conoscerci. Oggi non ci dobbiamo neanche più raccontare, ci capiamo. Per me lei è l'artista più completa in circolazione».
Ma lei a Sanremo duetterà con Big Mama nella serata delle cover.
«Faremo American woman».
Ma perché Big Mama?
«Perché abbiamo sensibilità ed età diverse ma la stessa faccia come il cu...» (sorride - ndr).
American Woman è stata riportata al successo da Lenny Kravitz.
«Molti mi dicevano che sarebbe stato opportuno scegliere un brano in italiano. Ma a me è venuto bene questo che è un pezzo al femminile, può diventare un inno di empowerment al femminile. Poi è anche rock. E io ho bisogno di raccontarmi anche in chiave rock».
Una svolta?
«No, non credo proprio, la mia musica è altro».
A proposito, il 12 maggio debutta al Forum di Assago.
«Voglio portare uno show che parli come parlo io, che usi il mio linguaggio. E abbia ballerini e ospiti».
Zelensky sarà ospite di Sanremo.
«Dopotutto il Festival è sempre stato anche un contenitore politico, quindi va bene così».
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