Chi era Robert Oppenheimer, l'inventore della bomba atomica protagonista del film di Nolan

Dopo aver creato la bomba atomica, mise in guardia dai rischi che quelle armi rappresentavano per l'umanità. Emarginato e accusato di essere una spia, 70 anni dopo arriva il tributo del cinema e il perdono ufficiale del governo

A sinistra Robert Oppenheimer negli anni Quaranta, a destra l'attore Cillian Murphy nei panni del fisico americano nel film di Christopher Nolan.
A sinistra Robert Oppenheimer negli anni Quaranta, a destra l'attore Cillian Murphy nei panni del fisico americano nel film di Christopher Nolan.

Il rimorso è un sentimento opprimente. Lo sapeva bene Julius Robert Oppenheimer, il fisico americano "padre" della bomba atomica e protagonista, interpretato dall'attore irlandese Cillian Murphy, del film eponimo girato da Christopher Nolan al cinema in Italia dal 23 agosto. La consapevolezza di aver contribuito a creare una fabbrica di morte e distruzione ha segnato l'ultima parte della vita di quest'uomo, crucciato dal senso di colpa e da un immeritato ostracismo successivi ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e alla corsa per le armi nucleari di Stati Uniti e Unione Sovietica durante la Guerra fredda.

I primi passi nel mondo della scienza

È stata comunque un'esistenza straordinaria, quella di Robert "Oppie" Oppenheimer. Nato nel 1904 a New York da una famiglia di origini ebraiche emigrata dalla Germania, è cresciuto e ha vissuto nella Grande Mela fino alla maggiore età. Già da piccolo mostrò doti e un temperamento orientato per la scienza: a 12 anni fu chiamato dalla New York Mineralogical Club, con cui ebbe un curioso rapporto epistolare, per tenere una conferenza, tra lo stupore generale di chi non immaginava neppure di avere a che fare con un dodicenne.

Lasciata New York, Oppenheimer entrò ad Harvard nel 1922, dove si laureò nel 1925 in chimica. Nello stesso anno decise di spostarsi in Europa, iniziando un programma di studi all'Università di Cambridge nel Regno Unito. Gli anni trascorsi al Cavendish Laboratory influenzarono parecchio le scelte future di Oppenheimer: da quel momento in poi, la chimica fu soppiantata dalla fisica quantistica. E proprio alla fisica dedicò il suo dottorato presso l'Università di Gottinga, in Germania, nell'Europa di Einstein, Fermi e Majorana che annunciava ogni giorno una nuova scoperta. Durante la discussione della tesi, intitolata "Sulla teoria quantistica degli spettri continui", il premio Nobel James Franck che lo stava esaminando avrebbe commentato: "Finalmente ha finito. Per poco non faceva a me le domande".

Il periodo al di là dell'Atlantico terminò nel 1927, quando arrivò la chiamata dall'ateneo di Berkeley in California. Tre anni dopo, appena 26enne, a Oppenheimer venne offerta anche una cattedra nella prestigiosissima Caltech, a Pasadena. Lo scienziato olandese Abraham Pais, collega di Princeton, ha scritto in una biografia sul fisico newyorkese: "Se c'è mai stato un periodo in cui Robert è stato felice, sono stati gli anni della California, negli anni Trenta, credo".

Il progetto Manhattan

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto il giorno dopo gli eventi di Pearl Harbor, il ruolo del fisico "prodigio" che conduceva una tranquilla vita da insegnante in California cambiò in maniera radicale. Fu il generale Leslie Groves (nel film Matt Damon), altra mente visionaria che nel '41 supervisionò la costruzione del Pentagono, a nominare Robert Oppenheimer a capo del team di ricerca che avrebbe dovuto creare la bomba atomica: i due si incontrarono diverse volte a distanza di pochi mesi, abbozzando persino un prototipo di bomba.

Il progetto Manhattan, partito nel 1942, era nato su suggerimento della comunità scientifica: tre anni prima, Albert Einstein e altri illustri scienziati scrissero una lettera al presidente americano Franklin Delano Roosevelt per mettere in guardia il Paese e il mondo intero dai rischi delle scoperte scientifiche di allora. La più importante fu senza dubbio quella della fissione nucleare da parte dei tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann. Oppenheimer ebbe dunque il compito di sfruttare la scissione dell'atomo per scopi militari, passando dalla teoria alla pratica.

L'idea, appoggiata da Groves, fu allora quella di trasferire una squadra composta dai principali fisici viventi all'epoca in una località segreta e isolata per stroncare il sogno hitleriano delle armi miracolose (wunderwaffen) che avrebbero cambiato gli equilibri della guerra. Il governo approvò la richiesta fatta da Oppenheimer, che possedeva un ranch in New Mexico, di comprare uno sterminato terreno ad Alamogordo, nella contea di Los Alamos visitata il 16 novembre 1942 e giudicata adeguata alle esigenze della missione. Nel 1943 sorse il Los Alamos National Laboratory, diretto da Oppenheimer.

Oppenheimer
Foto segnaletica di Oppenheimer a Los Alamos.

La notte in cui rischiò di esplodere la Terra

Anni di duro lavoro portarono allo storico ma inquietante risultato temuto da tutti i partecipanti al progetto: la realizzazione della bomba atomica. "The Gadget", il nome dell'ordigno fatto esplodere alle 5:29 del 16 luglio 1945, celava la possibilità remota che la vita umana cessasse di esistere, una scommessa fatta dagli stessi scienziati. Il generale Groves era invece preoccupato per il cosiddetto fallout radioattivo e le ripercussioni legali derivanti da un ipotetico disastro ecologico.

Per tali ragioni, l'intelligence militare Usa registrò le generalità di chiunque si trovasse nel raggio di almeno 60 km dalla detonazione e venne anche preparato un piano di evacuazione dalle eventuali zone coinvolte. Alla fine l'umanità ne uscì incolume e per il governo si trattò di una vittoria decisiva, dato che il mese seguente avrebbe sganciato le bombe Fat Man e Little Boy sul Giappone. Oppenheimer commentò così il Trinity Test: "Fu un successo. Credo che agli occhi del dipartimento della Guerra, e di altre persone competenti, sia stato un successo come si pensava fosse possibile, date tutte le circostanze, e anzi un successo maggiore alle aspettative". Ma l'entusiasmo si tramutò presto in terrore.

Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Alcune persone risero, altre piansero, la maggior parte rimase in silenzio. Mi è venuta in mente la frase tratta dalle scritture indù, la Bhagavad-Gita. Vishnu cerca di persuadere il Principe a compiere il suo dovere e per impressionarlo assume la sua forma e dice: "Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi". Suppongo che tutti noi l'abbiamo pensato, in un modo o nell'altro.

Robert Oppenheimer nel 1965

Subito dopo l'ordine di polverizzare Hiroshima e Nagasaki, Oppenheimer volle incontrare il presidente democratico Harry Truman per confessargli il suo pentimento, rivelandogli di "avere le mani sporche di sangue". L'udienza alla Casa Bianca andò malissimo: Truman reagì stizzito e con una certa volgarità alle parole dell'esperto a libro paga del suo esecutivo. Così cominciò il declino del fisico che aveva cambiato, suo malgrado, per sempre il concetto dell'uso della forza nelle relazioni internazionali. A peggiorare la situazione si aggiunsero gli improvvisi progressi dell'Urss nello sviluppo del suo programma nucleare, tanto che qualcuno arrivò ad accusare Oppenheimer di aver ospitato – se non addirittura di essere lui stesso un agente infiltrato – spie per conto del Cremlino a Los Alamos.

Oppenheimer
Oppenheimer con il generale Groves.

Oppenheimer: un comunista?

La posizione del fisico americano era stata inoltre indebolita dall'acclarata militanza della moglie Kitty nel Partito comunista. Nell'immediato secondo dopoguerra negli Stati Uniti divampò la caccia al comunista: Oppenheimer divenne una vittima del fenomeno del maccartismo. Personaggi come il senatore Joseph McCarthy e il segretario al Commercio Lewis Strauss (interpretato da Robert Downey Jr nella pellicola di Nolan) perseguitarono Oppenheimer, che nel frattempo lasciò la carriera accademica per assumere il ruolo di direttore del centro d'eccellenza Institute for Advanced Study di Princeton, ricoperto fino alla morte.

Oppie aveva sviluppato un pensiero critico sull'impiego delle armi che lui aveva contribuito a introdurre negli arsenali degli Stati e si era schierato contro la proliferazione di queste, quando ancora i trattati internazionali che le avrebbero regolamentate non erano nemmeno nella mente di Dio: negli anni Cinquanta esistevano già le prime bombe a idrogeno, che avrebbero reso in breve tempo obsolete le atomiche studiate e realizzate in precedenza.

Oppenheimer fu chiamato a testimoniare davanti alla commissione sulle attività anti-americane del Congresso e nel 1954 l'Fbi di J.Edgar Hoover, che lo intercettava dagli anni Quaranta, aprì un'inchiesta sospettando che fosse una spia al servizio di Mosca. La lealtà dell'uomo che aveva convinto migliaia di persone a seguirlo nell'ossessione di arrivare prima dei nazisti all'obiettivo atomico prefissato da Washington fu invalidata in una controversa audizione durata un mese nelle aule dell'Atomic Energy Commission di cui Oppenheimer aveva fatto parte in qualità di presidente del General Advisory Committee.

Al termine di questa spettacolare testimonianza, lo scienziato caduto in disgrazia fu tacciato di legami col comunismo sovietico e perse di conseguenza la security clearance, ovvero il nulla osta sicurezza che gli consentiva l'accesso a informazioni e materiale protetto dal massimo livello di segretezza. Nel 2022 il dipartimento dell'Energia del governo federale degli Stati Uniti d'America ha revocato il decreto del '54, restituendo il trattamento che forse Oppenheimer, scomparso ad appena 62 anni nel 1967 per un tumore alla gola, avrebbe meritato in vita.

Un'eredità complessa

Sono serviti 50 anni e un film per poter tornare a discutere dell'ineludibile eredità di Robert Oppenheimer. Gli scrittori Kai Bird e Martin Sherwin nel 2005 hanno usato una metafora calzante per raccontare il carattere e la tempra del "padre" della bomba atomica: "American Prometheus", il Prometeo americano, che è il titolo del libro ristampato quest'anno in occasione dell'uscita nelle sale del quasi certo campione d'incassi, ispirato alla biografia uscita 18 anni fa.

Come il titano della mitologia greca sfidò gli dei rubando il fuoco per darlo agli umani venendo per punizione incatenato da solo su una montagna, Oppenheimer ha dato agli uomini lo strumento definitivo per annientarsi e perciò ha dovuto convivere fino alla fine dei suoi giorni con l'atroce supplizio del rimorso.

Un profondo atto di umiltà e di autocritica di fronte a un istintivo peccato di hybris che ci ricorda da un lato l'incommensurabile potere della scienza e dall'altro l'eterno dibattito sulle implicazioni morali di essa.

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