Il comico dei sentimenti, il Pulcinella senza maschera, l’erede di Eduardo e Totò. Massimo Troisi è stato un fuoriclasse della comicità e le definizioni si sono sprecate. L’artista di San Giorgio a Cremano oggi, 19 febbraio, avrebbe compiuto 70 anni e la sua opera continua a rappresentare un punto di riferimento per diverse generazioni: le gag fulminanti, i suoi personaggi unici e le sequenze iconiche costituiscono un lascito dal valore inestimabile.
Massimo Troisi ha rappresentato una filosofia, ha incarnato il riscatto di una città attraverso la sua rivoluzione gentile. La napoletanità è sempre stata un punto di forza, senza però restare ingabbiato a un contesto meramente partenopeo. Attraverso il suo sguardo schietto e vivo ha posto l’accento su temi universali – a partire dall’amore – ma anche sulle ingiustizie della vita. E lo ha fatto senza mai scendere a compromessi, senza mai voler apparire a tutti i costi, senza chiedere nulla in cambio. La ricorrenza ci invita dunque a ripercorrere i cinque migliori film lasciati in eredità da uno dei più grandi artisti italiani del Novecento.
Ricomincio da tre
“Ricomincio da tre” rappresenta la prima esperienza sul grande schermo di Massimo Troisi, qui in veste di regista-sceneggiatore-protagonista. 14 miliardi al botteghino e numerosi premi, a partire dai due David di Donatello, per un’opera che ha rivoluzionato dal punto di vista della commedia. L’artista di San Giorgio a Cremona con questo film è stato il primo a diffondere uno sguardo obliquo su Napoli. La svolta è già incarnata dal protagonista, non più un emigrato ma un “esploratore”. Un vero e proprio cult.
Scusate il ritardo
Secondo film da regista di Massimo Troisi, “Scusate il ritardo” arriva due anni dopo il successo di “Ricomincio da tre”. Il titolo è un riferimento al tempo trascorso dal film precedente, ma anche ai diversi tempi dell’amore e dei rapporti di coppia. Troisi trae libero spunto dalla sua autobiografia, in particolare dalla sua famiglia, definita sempre la sua “compagnia stabile”.
Non ci resta che piangere
Passa un anno ed ecco un altro film di culto. “Non ci resta che piangere” nasce dall’incontro tra Massimo Troisi e Roberto Benigni, protagonisti ma anche sceneggiatori (insieme a Giuseppe Bertolucci). Un’alchimia incredibile, tanto da spingere la critica all’ardito accostamento a Totò e Peppino. Diverse le gag surreali passate alla storia, dalla lettera a Savonarola (chiaro omaggio a “Totò, Peppino e la… malafemmina”) all’incontro con Leonardo Da Vinci.
Pensavo fosse amore... invece era un calesse
“Pensavo fosse amore… invece era un calesse” è l’ultimo film da regista di Massimo Troisi. Un’opera interamente dedicata al tema dell’amore, qui esplorato attraverso uno sguardo ancora più personale. Più di una semplice commedia, basti pensare al finale sorprendente. Da segnalare le prove di Angelo Orlando e Francesca Neri, oltre ovviamente alla colonna sonora di Pino Daniele, a partire dal brano “Quando”, entrato nella storia come un classico della musica partenopea.
Il postino
“Il Postino” di Michael Radford è l’ultima interpretazione di Massimo Troisi - morto subito dopo la fine delle riprese - una sorta di testamento artistico.
Ispirato al romanzo “Ardiente paciencia” dello scrittore cileno Antonio Skarmeta, è senza ombra di dubbio il suo film più intimo, nonchè meno comico. Cinque candidature agli Oscar del 1996, con la vittoria della statuetta per la Miglior colonna sonora drammatica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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