Cinque azzurri e 41 punti È sempre Lanterna magica

Cinque azzurri e 41 punti È sempre Lanterna magica

Siamo dunque approdati alla provvidenziale pausa azzurra di novembre, tra il dodicesimo e il tredicesimo turno, primo terzo evaso di campionato, con le due genovesi in area europea: Sampdoria appaiata alla Fiorentina a quota 21 sul quarto gradino di serie A, Genoa a quota 20 sul sesto gradino insieme con il Parma. Davanti, solo Inter, Juve e Milan, le inarrivabili superpotenze predestinate. Dietro, a distanza più o meno considerevole, Napoli a quota 18, Palermo a 16, Udinese e Roma a 15, Lazio a 11. Inoltre, alla sagacia gestionale di Sampdoria e Genoa rende omaggio il citì Marcello Lippi - quello stesso che, contento lui, non vuole Cassano e basta - convocando i blucerchiati Palombo e Pazzini e i rossoblu Bocchetti, Criscito e Palladino per le amichevoli in programma contro Olanda e Svezia. La Lanterna magica orgogliosamente «batte cinque» e ringrazia. Confidando di potersi ripresentare all'agone, domenica 22 novembre (Sampdoria-Chievo e Livorno-Genoa), in sciarpa e sciabola.
Sommando 7 punti nelle ultime 5 partite di campionato e perdendo a Lille in Europa League ma prendendosi la rivincita a Marassi, il Genoa di Gasperini ha per vero concluso la sua seconda serie di ferro stagionale di 7 partite in 21 giorni al limite del prodigio: tant'è che, ad onta del doppio durissimo impegno campionato-coppa, dopo la «dodicesima» il Grifone ha gli stessi punti del fantastico campionato scorso quando - bello dei Milito Thiago Motta e Ferrari - era ottavo alla pari con la Fiorentina. Naturalmente creano qualche perplessità non tanto l'estemporanea cinquina subita dall'Inter e il conseguente 3-2 di Cagliari quanto le sconcertanti rimonte concesse dal 2-0 al 2-2 al Lille e dal 3-0 al 3-2 al Siena. Poiché però tutto è bene ciò che finisce bene, sia resa gloria allo spirto guerrier ch'entro rugge ai miliziani di Gasperini e ai loro rabbiosi gol vincenti sul filo di lana. Dopotutto, sono cose da Grifo: se non sfiorasse spericolatamente il dramma, mettendo a repentaglio decine di coronarie amiche sugli spalti, di che Grifo staremmo parlando?
Intanto la Sampdoria resta in zona Champion's pur avendo sommato la miseria di un punto - quello col Bari - nelle ultime tre partite giocate. E il bello è che se arbitri e assistenti fossero stati maggiormente oculati i suoi 21 punti - tutti netti, puliti, sacrosanti - potrebbero essere chissà 23 o magari persino 25. Restando esclusivamente ai casi clamorosi - de minimis non curat rhetor - ricapitoliamo. Magari mancano 2 punti contro il Parma: 1-1, arbitro Mazzoleni, in inizio di ripresa niente rigore su Pazzini e di conseguenza niente espulsione di Galloppa «ultimo uomo». Magari mancano altri 2 punti contro la Lazio: 1-1, arbitro Orsato, in zona Cesarini niente rigore su Ziegler e di conseguenza niente espulsione di Diakite «ultimo uomo». Di sicuro c'è scappato un punto in più contro l'ottimo Bari di Ventura: 0-0, arbitro Valeri, gol regolare di Bonucci erroneamente annullato. E magari potevano scapparci uno o persino 3 punti a Cagliari, hai visto mai? Due a zero, arbitro Gervasoni, al 22' del primo tempo - sullo 0-0 - niente rigore su Cassano e di conseguenza niente cartellino giallo (rosso?) per Jeda «penultimo» («ultimo»?) «uomo». Naturalmente i rigori assegnati bisogna poi segnarli, e non è detto che sempre ci si riesca. Ma insomma fate la somma algebrica dei casi limite e dimezzate pure per tenervi a vento: l'attuale Sampdoria potrebbe magari meritare il terzo posto alla pari con il Milan o persino da sola. E sarebbe grasso che cola.
Osservando «en passant» che negli ultimi tre campionati Gervasoni ha arbitrato 4 volte i blucerchiati (Livorno-Samp 3-1, Roma-Samp 2-0, Fiorentina-Samp 1-0, Cagliari-Samp 2-0) disgraziatamente penalizzandoli «chaque fois», mi rivolgo ai tradizionali «nasetti» blucerchiati di Distinti e Tribuna sperando che vogliano ragionarci sopra. Per il genio che contraddistingue l'industriale e le sue istintive esternazioni, il presidente Garrone si potrebbe arditamente definire un «Cassano in tight». È arrivato lui e la Sampdoria ha rialzato la saracinesca che stava per toccare terra. Ha preso Marotta e la Sampdoria è immediatamente tornata all'onore del mondo. Ha preso Cassano, grazie a Marotta che gli ha magistralmente aggiunto Pazzini, e la Sampdoria è tornata a volare. Cari «nasetti» sampdoriani, davvero volete continuare a fare le pulci a Cassano che gioca da padreterno e ha imparato a comportarsi in campo da gentleman (vedi alla voce Antonello Capone, Gazzetta del Sport, la moviola) ma viene da Barivecchia e dunque è già un miracolo che sia infine diventato quel che è? Ricordate quanto eravamo forti a Genova - ramo calcio - prima che arrivassero Paolo Mantovani e Aldo Spinelli alla rincorsa, prima dell'avvento di Riccardo Garrone ed Enrico Preziosi?
Meditate gente, meditate. Garrone è orgoglioso di Cassano.

La pazienza del presidente - che per garantirvi continuità a buon livello nazionale ed internazionale (purtroppo il Ferraris non ha futuro) voleva farvi lo stadio di proprietà, e in pratica non glielo lasciano fare - ha un limite che sta per essere pericolosamente toccato.

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