Caro-prezzi, si spende di più ma si mangia meno

Le famiglie italiane acquistano meno prodotti ma gli costano di più: ecco il paradosso del caro-prezzi sul carrello della spesa e l'allarme delle associazioni di categoria

Caro-prezzi, si spende di più ma si mangia meno
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Ce n'eravamo accorti ma adesso c'è anche le certezza nei numeri: gli italiani sono costretti a tagliare gli acquisti sul carrello della spesa e, nonostante questo, i costi sono aumentati lo stesso. È la triste fotografia che ha fatto l'Istat sul caro-prezzi con i cittadini italiani che hanno tagliato del 4,9% gli acquisti dei generi alimentari con una spesa che è lievitata, nei primi mesi di quest'anno, fino al 7,3% a causa dell'inflazione.

L'allarme di Coldiretti

"La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel quadrimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio", ha affermato l'associazione, sottolineando che il risultato dei discount "evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità". Dovendo risparmiare a tutti i costi, ecco che sono diminuiti dell'8% i consumi di frutta tra gennaio e marzo con una media pro capite che è diminuita rispetto allo scorso anno: ogni italiano mangia quasi due chili in meno di frutta.

Cosa succede con l'inflazione

"Le famiglie - ha aggiunto la Coldiretti - tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti". La crisi è dovuta anche alle numerose imprese agricole alluvionate o quelle che hanno subìto ugualmente danni da maltempo (grandinate e nubifragi) con raccolti decimati e i prezzi che spesso non riescono nemmeno a coprire i costi di produzione. "Occorre lavorare - conclude la Coldiretti - per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

La denuncia del Codacons

I dati Istat sulle vendite al dettaglio "dimostrano ancora una volta l'impatto devastante del caro-prezzi sulla spesa degli italiani, con le famiglie che cambiano fortemente le proprie abitudini, acquistando sempre meno ma spendendo sempre di più". Lo ha affermato il Codacons, sottolineando che "anche ad aprile le vendite registrano l'ennesimo crollo verticale in volume, con una contrazione su base annua del 4,8% che raggiunge il picco del -5,4% per gli alimentari, a fronte di un aumento in valore addirittura del +3,2%". In pratica, a causa di inflazione e caro prezzi sono diminuiti i volumi degli acquisti per una cifra pari a 36,3 miliardi di euro annui "con una minore spesa pari in media a -1.404 euro su base annua a famiglia".

Se fino a questo momento abbiamo parlato di cibo, come è stato scritto sul Giornale.it la problematica del caro-prezzi è una gigantesca macchia d'olio che copre ogni settore, dalle vacanze estive che molte famiglie non potranno più permettersi o comunque per pochi giorni al rincaro sui prezzi al ristorante, sotto l'ombrellone per non parlare dei costi di luce e gas che non scendono.

Recentemente è sceso in campo anche il Codacons sottolineando che "il caro-prezzi rappresenta a tutti gli effetti un 'cancro' per milioni di famiglie, tanto più aggressivo quanto più basso è il reddito dei nuclei".

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