Codice rosso per la sanità laziale

Serve la terapia intensiva per gli ospedali del Lazio. La sanità regionale non riesce a uscire dalla prognosi riservata. Lo dimostra lo strazio dei pazienti che stazionano per ore sulle lettighe delle ambulanze o nei pronto soccorso, la via crucis dei malati post acuzie che si trascinano da un ospedale all’altro nel miraggio di un posto letto nelle strutture dedicate alla riabilitazione, per non parlare degli anziani palleggiati nei reparti per mancanza di Rsa.
Ieri a lanciare l’allarme è stato il presidente dell’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma, Mario Falconi, durante il convegno «Codice rosso per la sanità del Lazio» al quale hanno partecipato il vice presidente della Regione, Esterino Montino e il commissario straordinario della sanità, Elio Guzzanti.
«Il cronico blocco delle assunzioni e del turnover del personale - spiega Falconi - moltiplica esponenzialmente i rischi per i medici, costretti a operare in condizioni inadeguate rispetto al ruolo professionale e dei cittadini. Alcuni reparti, soprattutto la riabilitazione neuromotoria, i pronto soccorso e i Dea, sono al collasso nonostante il sacrificio di tutti gli operatori». Un caso emblematico è rappresentato dalla congestione del pronto soccorso del Pertini, che copre un territorio di 500 mila abitanti e assiste mediamente 85 mila pazienti l’anno, a fronte di 300 posti letto. Drammatico, poi, il quadro dell’Irccs Santa Lucia. Se non si interviene rapidamente, la struttura all’avanguardia per la riabilitazione in tutto il centro-sud, il mese prossimo dovrà tagliare le prestazioni e licenziare 241 operatori sanitari per le inadempienze della Regione.
L’incontro di ieri è servito a fare il punto su alcune criticità del Lazio: dalla questione dei precari al piano di rientro, fino ad arrivare a situazioni che riguardano ospedali e presidi territoriali, dal Policlinico Umberto I al Sandro Pertini e Santa Lucia. «La questione è grave - dice Falconi - perché è determinata da una serie di tagli irrazionali e indiscriminati del personale e dei servizi in tutti i settori. Abbiamo avviato le prime convocazioni con i direttori sanitari e i dirigenti dei Dea delle strutture. Almeno avremo un quadro chiaro».
Il commissario Guzzanti ammette le difficoltà, ma sottolinea l’impegno a non abbandonare questi settori. «Ci sono norme stabilite dal Governo che sono stringenti e mettono in difficoltà, come quella della riduzione dei posti letto - sottolinea - ma sono state inserite nel patto della salute e se la Regione non rientra nei tempi stabiliti è previsto un blocco del turnover e la riduzione della spesa. Nonostante questo cerchiamo soluzioni tampone».
Montino ha sottolineato che nei prossimi giorni verrà approvata una delibera, di concerto con il commissario, per l’apertura di mille nuovi posti letto di Rsa. «Insieme a quelli che abbiamo trasformato si arriverà a un aumento di circa 1700 - spiega il vicepresidente -. C’è ancora da fare. Nel bilancio 2010 abbiamo stanziato 20 milioni di euro in più per questo obiettivo. Inoltre dobbiamo adeguare la rete e mettere insieme una serie di strutture, soprattutto quelle di supporto ai pronto soccorso, in alcune aree della nostra città come quella est». Montino ricorda che in questo momento rischiano il posto di lavoro 2.500 persone: «Serve un atto di responsabilità da parte di tutti, ho più volte sollecitato provvedimenti straordinari ma finora non ho ricevuto risposta». Con questi licenziamenti si rischierebbe la paralisi negli ospedali.

Non resta che appellarsi alle due candidate alla presidenza del Lazio, Emma Bonino e Renata Polverini. «Chiedo - conclude Falconi - la loro disponibilità a confrontarsi insieme in un tavolo di emergenza con il commissario Guzzanti e il vice presidente Montino per evitare licenziamenti e tagli».

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