La collezione Jucker nelle raccolte civiche

Fra le opere anche Boccioni, Picasso e Klee

Luciana Baldrighi

Nel 1992 il Comune di Milano acquistata la Collezione Jucker del Novecento la presenta a Palazzo Reale con entusiasmo di pubblico e di critica. Oggi la Collezione va ad arricchire le Civiche Raccolte d’Arte con una guida realizzata con il contributo di Rolez, dal titolo La Collezione Jucker nel Museo del Novecento a Milano edito da Skira (pag. 115, euro 12,00) che ne ripercorre le tappe, dalla passione di Riccardo e Maddalena Morganti Magda negli anni Venti fino all’amore dei figli Nicoletta e Riccardo (che prese il nome del padre). I dipinti dei coniugi Jucker integrano le opere del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della nostra città.
La sua preziosità consiste che nel fatto che la raccolta documenta attraverso una 40ina di capolavori collocabili tra il 1907 e il 1935, il clima culturale delle avanguardie europee, a partire dalle esperienze post-divisioniste a quelle futuriste fino a quelle fauves e cubiste. Una passione ereditaria in quanto la famiglia originaria dalla Svizzera tedesca ha avuto una lunga tradizione di mecenatismo. Carlo aveva iniziato a raccogliere dipinti in ambito lombardo, tra cui un Piccio e un Conconi e al figlio Silvio aveva consigliato di non trascurare il secondo ’800 naturalista e romantico. Ma le collezioni più famose sono quelle di Giacomo e Ida Jucker dove troviamo opere di particolare interesse tra il 1865 e il 1885. Tra queste paesaggi e figure di artisti tra cui Fattori, Boldini, Signorini, Segantini, De Nittis. Certe opere ben si integrano con quella della collezione Boschi-Di Stefano.
Il nucleo più cospicuo è rappresentato dalle opere dei futuristi: dalla celebre Elasticità di Boccioni a La chahuteuse di Severini; Il cavaliere rosso di Carrà a Spazio-ridente di Balla. Anche se la grande stagione metafisica nella Collezione milanese la troviamo con le opere di De Pisis, Carrà e Morandi, tra le quali Natura morta con manichino. Picasso è presente con tre dipinti tra i quali La Boutelle de Bass, Matisse con la celebre Odalisque e Braque con Nature morte alla guitare. Un esempio di come la raccolta si compose grazie anche alle opere di stranieri, espressione di un clima culturale della Parigi di inizio secolo dove si inserirono anche due ritratti dipinti da Modigliani realizzati nel 1915.
Gli Jucker acquistarono, a testimonianza del carattere colto del collezionismo milanese, anche 4 meravigliose opere negli anni ’60 di Klee, Mondrian e Kandinskij. Quadri e collezionisti sono raccontati in maniera critica da Maria Fratelli, mentre le schede delle opere sono ben documentate da Silvia Bignami e Maria Fratelli.

Maria Teresa Fiorio, direttore delle civiche Raccolte d’Arte nella prefazione che accompagna il volume sottolinea la struttura chiara della guida arricchita da saggi e immagini a colori: «Con lo stesso criterio saranno redatte le guide delle altre collezioni che, all’interno delle Raccolte d’Arte, si pongono come nuclei omogenei: la Collezione Boschi, la raccolta Grassi e quella Vismara». Mondrian, Sironi, Severini, Lèger, Braque e Klee approfondiscono la ricerca attorno alla quale Jucker ha costruito la sua collezione.

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