Da Collina un esempio per i politici: rinunciare al doppio incarico si può

L'ex designatore è diventato dirigente di punta dell'Uefa e ha rimesso il mandato. Temeva che le polemiche italiane potessero nuocere alla sua nuova carriera europea. Nicchi, presidente dell'Aia, è il successore ad interim. Congedo per Saccani e Trefoloni, deroga per Morganti

Una volta tanto, il calcio italiano è in grado di impartire qualche lezione di comportamento virtuoso al mondo della politica. É successo cioè che Pierluigi Collina, nominato da Platini designatore dell'Uefa dalle prossime settimane, abbia fatto sapere in modo pubblico di essere pronto a rinunciare all'incarico italiano. Senza compromessi di sorta, con un taglio netto per intraprendere un'altra carriera. Che lo porterà di sicuro, nei prossimi anni, a salire la collina di Zurigo per sedersi alla destra di Blatter, appena rieletto presidente della Fifa.
É stato un contributo di trasparenza e anche un taglio netto dopo le le polemiche, alcune malevole e maliziose, che gli sono arrivate addosso da parte di tutto il mondo vicino a Moggi e alla vecchia Juve, dopo "calciopoli". Il doppio incarico è una spina nel fianco della classe politica italiana: aver scelto l'opzione europea, da parte di Collina, è una bella risposta ai sepolcri imbiancati di casa nostra. Collina è sempre stato convinto che mischiare i due incarichi avrebbe nuociuto alla designazione Uefa: i giornali italiani e anche i dibattiti tv di casa nostra, attraverso il web, arrivano ovunque. Ha fatto benissimo. E sarebbe il caso che qualcuno glielo riconoscesse.
Al suo posto è arrivato Marcello Nicchi, il presidente dell'Aia che si è comportato come fece Cesare Gussoni prima di cedere la scrivania a Collina: sarà designatore ad interim, nel 2010-2011 e grazie alla sua qualifica potrà anche portare al batteismo la divisione tra le due can di serie a e serie B (Ceccarini il prescelto), sulla spinta di quello che è accaduto in Lega.


Nel completare l'organico della prossima stagione, sono stati congedati due fischietti dal rendimento scadente, l'ultimo Saccani, e l'ultimo Trefoloni, mentre invece Morganti, senza raggiungere l'eccellenza, si è guadagnato sul campo una deroga per restare in attività anche un anno. Non è il peggiore dei mali.

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