Il commento Grande schermo sempre più figlio di quello piccolo

Il titolo del prossimo film di Leonardo Pieraccioni, Finalmente la felicità, promette bene. Si spera anche per il pubblico. A scorrere lo scheletro della sceneggiatura c’è da toccar ferro, ma si sa, i cinepanettoni non sono destinati agli accademici della Crusca. Nel cast, accanto all’immancabile bambola, sconosciuta ma di presumibile ottima presenza, di autenticamente cinematografico c’è solo Rocco Papaleo, sospinto dall’inatteso boom di Basilicata Coast to Coast. Gli altri sono figli della televisione.
Impossibile sorprendersi, ma difficile abituarsi. Lasciando da parte quei divi della tv, come il Trio o Bisio, diventati in un batter di ciglia stelle della celluloide, chi avrebbe mai immaginato di vedere Simona Ventura nel ruolo, fortunatamente defilato, di se stessa, in un film nientepopodimenoche di Sofia Coppola (Somewhere)? E che dire di Mara Maionchi, incontenibile cazzeggiatrice, non solo nel linguaggio, di X-Factor? Eppure è proprio lei che tiene vivacemente botta ad Aldo, Giovanni e Giacomo in La banda dei babbi Natale. Perfino Carlo Conti si è esibito al cinema, in una finta puntata del suo I migliori anni, guarda caso a fianco della videovamp Belén, in Se sei così ti dico sì, dove il protagonista è Emilio Solfrizzi, lanciato da Striscia la notizia.
Insomma, più trivelli un film (italiano), più scopri che sotto c’è lo zampino, o lo zampillo, della tv. E che in fondo nulla è cambiato, se nel ’56 il grande Mike girò Totò lascia o raddoppia? Dunque Pieraccioni, ingaggiando svariati personaggi minori, non ha fatto altro che seguire una moda ben poco passeggera. Ecco quindi Maria De Filippi, starissima di C’è posta per te, pronta a clonarsi in un facsmile del suo hit; lo scultoreo Thyago Alves, noto ai frequentatori dell’Isola dei famosi e dei settimanali rosa; il londinese Shel Shapiro, nato rocker ma poi prezzemolone di infiniti programmi canterini, e infine Maurizio Battista, umorista tv di lungo e travagliato corso, già sodale di Magalli e Baudo.
Quando si dice il destino: il personaggio di Pieraccioni insegna controfagotto.

Uno strumento che ai meno giovani ricorderà Lando Degoli, mitico concorrente di Lascia o raddoppia? che nel ’55 cadde proprio sul controfagotto nel Falstaff. Così il cerchio si chiude, mentre il grande schermo diventa sempre più piccolo.

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