Il commento Speriamo però che questa volta facciano ridere

Basta la parola, che poi sono due: il Trio. In pochi anni Aldo, Giovanni e Giacomo hanno disintegrato la fama del terzetto che li aveva preceduti in tv e che, per acclamazione popolare, si chiamava allo stesso modo: il Trio. Da tempo Anna Marchesini, Tullio Solenghi e Massimo Lopez recitano (sempre benissimo) separati e insieme soltanto negli amarcord tipo Da Da Da. Aldo, Giovanni e Giacomo hanno allargato il tiro rispetto agli antichi colleghi, cimentandosi con strabiliante successo anche al cinema. Attori, sceneggiatori e registi, non si fanno mancare niente, in un’azienda a carattere familiare che continua a macinare applausi a ripetizione e incassi adeguati. Con l’avallo di spot, bisogna ammetterlo, molto spiritosi.
La simpatia è come il coraggio, o ce l’hai o addio fichi, e loro ne sono stati forniti in misura quasi esagerata. Perfetta per sfondare anche al cinema, dove raccolgono un pubblico impossibile da catalogare. Certo, non sono gli stessi spettatori dei festival, ma quelli, si sa, amano soprattutto sbadigliare. Operazione difficile con Aldo, Giovanni e Giacomo, che l’umorismo, e il buon gusto (avete mai sentito una parolaccia?) ce l’hanno nel sangue. Eppure in una carriera che raccoglie già nove titoli, qualche inciampone l’hanno preso. Per dire, Tutti gli uomini del deficiente (1999) era di una bruttezza rara, ma si può considerare un errore di gioventù e poi non l’avevano né scritto, né diretto, limitandosi a interpretarlo. Ma a parte lo zoppicante La leggenda di Al, John e Jack, del 2002, l’ultimo nato, Il cosmo sul comò, uscito nel 2008 e guarda caso diretto da un altro, era addirittura imbarazzante: su tre episodi non ce n’era manco uno da salvare.

Ieri, a due anni di distanza, hanno cominciato a girare, naturalmente nella loro (sì anche il siculo Aldo è ormai lumbard ad honorem) Milano, La banda dei Babbi Natale. Il successo è garantito, a prescindere, come avrebbe detto Totò. Però se stavolta riuscissero a farci ridere non sarebbe male.

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