Commissione senza garanzia

A Dio piacendo, lo sciopero che gli assistenti di volo dell’Alitalia aderenti al sindacato Avia avevano indetto per ieri è stato un successo. Non degli assistenti di volo interessati, ma dell’Alitalia e dei suoi passeggeri. I voli da Roma, Milano e Napoli - che erano sotto minaccia - si sono svolti regolarmente. Finalmente una buona notizia - in parallelo con l’altra dell’accordo per gli autoferrotranvieri - nella fitta cronaca italiana di agitazioni riguardanti i servizi pubblici essenziali. Alla buona notizia è mancata tuttavia una caratteristica che l’avrebbe resa eccellente. Il flop è derivato da una svogliata e molto minoritaria partecipazione del personale (e sia dato merito al personale stesso per questa dimostrazione di ragionevolezza): non dall’efficacia delle misure che dovrebbero prevenire, impedire, e se ricorrono gli estremi, punire l’abuso di scioperi. Chi aveva programmato un viaggio sull’Alitalia s’è dovuto affidare al buon cuore e al buon senso di hostess e steward. Ha avuto ragione. Ma quanti hanno rinunciato a volare perché non sapevano se sarebbero partiti?
Esiste una Commissione di garanzia che sulla ammissibilità degli scioperi nei trasporti deve vigilare. In un comunicato dell’altro ieri la Commissione, turbata dagli annunci di «una settimana di caos nei cieli» ha fornito, «per la doverosa informativa dell’utenza», le seguenti precisazioni: a) è previsto uno sciopero degli assistenti di volo proclamato per domani (ieri) 20 settembre dal sindacato Avia. In relazione a questo sciopero la Commissione ha segnalato irregolarità fin dal 15 settembre e successivamente ad esso - se sarà effettuato - deciderà l’apertura del procedimento di valutazione; b) lo sciopero proclamato dall’Anpac per il successivo 25 settembre riguarda esclusivamente i piloti di Eurofly; c) lo sciopero dei piloti Alitalia, originariamente previsto per il 23 settembre, è stato differito prima al 21 ottobre e poi al 7 novembre su indicazione della Commissione; d) per quanto riguarda lo sciopero dei controllori di volo proclamato per il 27 settembre dalle ore 12 alle ore 16 la Commissione esaminerà nella seduta di mercoledì la possibilità di un invito a revocarlo o a differirlo.
Non proprio un ruggito, questo annuncio della Commissione: che a mio parere ha prestato il fianco all’ironia mostrandosi offesa per un’espressione giornalistica, «caos nei cieli», che i cittadini ritengono del tutto appropriata. Gli inclini a un linguaggio un po’ triviale userebbero magari il termine casino, anziché caos, ma la sostanza non cambia.
È lontanissima dalle mie intenzioni l’idea di buttare la croce addosso alla Commissione. Sappiamo quali tabù abbia sempre incontrato e incontri, in Italia, ogni misura che si proponga d’arginare lo scandaloso dilagare di scioperi nei servizi essenziali (ossia in settori i cui addetti hanno di solito garanzie contrattuali nettamente superiori a quelle dell’operaio o impiegato d’una azienda privata). L’opposizione a slanci scioperaioli “pubblici” che nell’ambito strettamente privato sono praticati con cautela ha toni drammatici: si grida al golpe antidemocratico. La Commissione, credo, fa quello che può. Ma quello che può è troppo poco, e non soddisfa la grande maggioranza degli italiani, animati da sinceri sentimenti democratici ma non disposti a subire le angherie d’un sindacalismo frammentato e troppe volte tentato dall’estremismo demagogico.
Diciamolo con franchezza: non c’è stato - probabilmente non poteva esserci - nessun ruggito, c’è stato piuttosto un belato, o un pigolio. L’«apertura del procedimento di valutazione» promette una sorta di processo i cui imputati sanno in partenza di poter contare o sull’assoluzione o sull’archiviazione. L’invito a revocare o differire lo sciopero dei controllori di volo - che quando furono smilitarizzati fecero promessa di comportamento saggio, e che non hanno mantenuta - è, appunto, un invito. Che può essere declinato. Le «fasce protette» non bastano, le precettazioni sono uno strumento da utilizzare con parsimonia. L’unica garanzia della Commissione di garanzia verrebbe dall’applicazione rapida di sanzioni certe e serie a chi infrange le norme.
È grave che i controllori di volo paralizzino ripetutamente il cielo italiano, creandovi il caos. È grave che, mentre l’Alitalia si dibatte in difficoltà immani, e il governo - ossia il contribuente - fa il possibile per aiutarla, si susseguano scioperi del suo personale.

Che alla sopravvivenza e al buon andamento della compagnia dovrebbe essere interessato più di quanto lo sono gli utenti. Lo scrivo con tutto il rispetto per il lavoro che il personale dell’Alitalia svolge, e per i diritti sindacali.

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