Niente rose, per carità, troppo abusate. Una bottiglia di vino, forse. Con poco più di una decina di euro potete cavarvela e presentarvi a una festa a mani piene. Ma perché con la stessa cifra non fare felice chiunque sia in attesa di un regalo originale e impegnato e comprare un pezzo di foresta tropicale? Funziona così nell'era dell'ecologically correct, nei giorni in cui dire «ambiente» significa essere sensibili alle tematiche scottanti del nostro tempo, ancora più che essere aggiornati sulla crisi dei mutui subprime o sull'indipendenza del Kosovo. Succede che basta collegarsi ai siti gestiti da molte organizzazioni internazionali di beneficenza o da singoli privati, digitare i numeri della vostra carta di credito e diventare felici possessori di alcuni degli angoli più belli e incontaminati del pianeta. E regalarli, se volete. Perché lambientalismo da un po di tempo è in vendita.
Lidea di sostituire un regalo come unabusata bottiglia di vino con qualche ettaro di foresta compare nero su bianco sul sito del World Land Trust, uno dei tanti, insieme a Wildland Project o Woodland Trust, a offrire in nome dellambientalismo e dellecologia milioni di metri quadrati di verde, tutto incluso. Basta un clic - ma sempre carta di credito alla mano - e potrete diventare i proprietari di pezzi di Patagonia, di atolli sperduti, di aree geografiche mozzafiato, dalla foresta equatoriale al confine col Rwanda agli alberi secolari della foresta indiana.
Se un tempo con il colonialismo si prendeva il controllo di interi territori per espropriarne e sfruttarne le risorse, ora la stessa cosa avviene sotto lo slogan del «salviamo lambiente». Sono centinaia i siti Internet che invitano allacquisto ecologico, con lobiettivo di preservare le aree in vendita dalla distruzione e dai cambiamenti climatici. Per 40 euro potete comprare duemila metri quadrati di Chaco Pantanal, Brasile. Per circa 80 euro sarà vostro un antico «corridoio degli elefanti» nella foresta indiana. In questo modo, con i suoi oltre 200mila sostenitori, il Woodland Trust ha messo insieme 22 milioni di sterline, oltre 30 milioni di euro e possiede ora più di 1.100 boschi nel mondo. «Affidarsi allintervento dei governi per tutelare certe zone richiederebbe tempi troppo lunghi. Così lunico modo per raggiungere lo scopo è affidarsi a volenterosi venditori», ha detto al Guardian Kim Vacariu, dellamericano Wildland Project.
Figurarsi se la vostra disponibilità va oltre quella dei comuni mortali. Perché ovviamente le star e gli uomini daffari sono i primi ad abbracciare queste mode e a porsi pochi problemi sulla reale efficacia di certe azioni. Solo per fare qualche esempio, Sharon Stone, Christopher Lambert, così come Ted Turner, il fondatore della Cnn, e il finanziere George Soros si sono invaghiti della Patagonia e hanno comprato senza esitazioni. Proprio Turner è diventato il principale proprietario dArgentina, con i suoi 8mila chilometri quadrati che - promette lui - «saranno coltivati ecologicamente». E poi ci sono le star di Hollywood. Leonardo di Caprio, per esempio, ha comprato lisola di Blackadore Caye, unarea a 25 minuti di barca dalla barriera corallina del Belize, con lidea - a detta sua - di farne un complesso turistico a cinque stelle, basato sui principi naturalistici.
Ma il problema sta proprio qui: quanto davvero ci sia di ecologico e ambientalista negli hotel a cinque stelle che ha in mente Di Caprio, così come nel progetto immobiliare che Angelina Jolie e Brad Pitt intendono avviare su unisola nei pressi di Dubai, Emirati Arabi. E che dire di Richard Branson? Anche il proprietario della Virgin vuole trasformare Moskito Island, nelle isole Vergini, in un complesso turistico ecocompatibile.
Insomma, i dubbi su quanto lambiente si gioverà degli ambientalisti dellultima ora sono tanti. Li conferma Simone Colchester, direttore del Forest People Programme.
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