Comunali, il centrodestra scioglie il nodo di Torino

L’azzurro Crosetto rinuncia, oggi la decisione sul candidato sindaco. Quattro punte in caso di mancata intesa. Giochi fatti negli altri centri

Paolo Bracalini

da Milano

A quattro giorni dalla chiusura delle liste, il rebus del candidato unico a Torino per la Cdl non è ancora risolto. Entro oggi le segreterie dovranno sciogliere il nodo anche se, a questo punto, l’ipotesi più probabile, nella sfida contro il sindaco uscente Chiamparino, è che il centrodestra giochi a «quattro punte». Torino è l’unica grande città in cui il Polo non è riuscito per a trovare la quadra per le amministrative del 28 maggio. La soluzione non è arrivata nemmeno ieri, dopo il lungo incontro, in Sardegna, tra Silvio Berlusconi e il coordinatore azzurro in Piemonte Guido Crosetto, il nome su cui dovevano convergere le forze del centrodestra.
In serata Crosetto ha ufficializzato la sua rinuncia, spiegando che la Cdl dovrà punterà su un candidato torinese per le comunali - lui è cuneese. In realtà, dietro la motivazione anagrafica, c’è una valutazione più politica. Forza Italia ha già un candidato sindaco a Milano e Napoli, così come An ha strappato l’appoggio degli alleati per Gianni Alemanno a Roma. Se un candidato unitario deve esserci a Torino, spetterebbe all’Udc. Per questo rispunta il nome del sottosegretario all’Economia Michele Vietti, anche se pochi giorni fa la segreteria nazionale Udc ne aveva annunciato l’«indisponibilità» a correre contro Chiamparino. Oltre a questo, a scoraggiare la corsa unitaria, ci sono i risultati del 9-10 aprile nella città di Torino, non tra i più brillanti per la Cdl. La candidatura unica, in una «piazza» difficile come quella torinese, potrebbe indebolire il centrodestra. Per questo si fa ormai strada l’ipotesi delle quattro candidature separate.
In ogni caso, Berlusconi ha affidato a Crosetto il compito di «cercare una via unitaria per il centrodestra a Torino». Se gli sforzi non andassero a buon fine, Forza Italia ha pronto un nome da spendere il 28 maggio. Ma per ora, si sa solo che non è quello di Crosetto. An si è mossa autonomamente da giorni, candidando Agostino Ghiglia, consigliere comunale di lungo corso ed ex deputato: «Ho cominciato la campagna elettorale già da tre giorni - dice Ghiglia -. Oggi farò stampare i primi manifesti. Abbiamo rotto gli indugi perché se ci fosse stata la volontà di correre uniti a Torino, la decisione sarebbe arrivata per tempo, come a Milano e a Roma. E poi An non ha mai espresso un candidato alle amministrative a Torino».
La Lega non mette pregiudiziali su nomi, ma chiede il rispetto di condizioni «programmatiche» che marchino la differenza dalla gestione Chiamparino: no al voto per gli immigrati, sicurezza nei quartieri a rischio, difesa del piccolo commercio. Il sottosegretario leghista Roberto Cota, mediatore del «caso Torino», chiede ad An un contropartita dopo l’ok a Gianni Alemanno candidato unitario della Cdl a Roma: «A tutti i partiti è stato chiesto di cercare nomi che possano rappresentare tutta la coalizione. Se viene proposto un nome credibile non vedo perché An debba tirarsi indietro. Ma se entro domani (oggi, ndr) non viene trovata una soluzione è chiaro che ognuno dovrà correre da solo». E la Lega, in quel caso, punterà sull’avvocato torinese Mauro Anetrini.
In totale, il 28 e 29 maggio, saranno 15 milioni gli elettori chiamati a scegliere i nuovi amministratori in otto province. Giochi fatti nelle grandi città.

Nella capitale, Alemanno ha sferrato l’attacco a Veltroni con un programma che vede tra i primi punti l'abolizione dell’Ici sulla prima casa e la chiusura dei centri sociali. A Milano la sfida è tra Letizia Moratti e Bruno Ferrante mentre a Napoli il centrodestra sostiene Franco Malvano contro il sindaco uscente del centrosinistra Rosa Russo Iervolino.

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