(...) Parla di «donna sensibile», «una donna a favore delle donne», «un esempio di stile». Aggiunge parole dolci e perfino l'inflessibile Ronzitti per una volta si lascia scappare personalissimi ricordi.
Ma basta far trascorrere qualche minuto e trasferirsi in Comune per rendersi conto che lì la storia sarebbe stata diversa. Daccordo, la moglie dell'ex presidente dell'Autorità portuale, a palazzo Tursi non è mai stata presente né da consigliere né da assessore. E, a quanto pare, essere stata una genovese capace di arrivare alla vicepresidenza della Federazione mondiale della Vela non è bastato per renderla tra le grandi personalità dello Stato a cui, più di una volta, anche recentemente, il consiglio ha riservato il suo minuto di cordoglio.
A Genova Nucci Novi era stata anche nel consiglio sia della Fondazione Carige sia del teatro Carlo Felice. Di più: tra le tante cose fatte, con professionalità e amore, c'è stato il suo impegno da organizzatrice per Genova 2004: quando la città della Lanterna si è trasformata in capitale europea della cultura. Tutto inutile però per far alzare in piedi pochi istanti tutti i consiglieri comunali. Eppure, pare che per Nucci Novi fossero già state scritte le consuete poche righe di degna commemorazione. Così come per Maria Chighine, per anni presidente del Tribunale del Malato di Genova. Ma quando il presidente del consiglio Giorgio Guerello ha chiesto di mettere ai voti in conferenza di capigruppo il sì alla commemorazione è arrivato un colpo di scena. Serviva unanimità. E come per altre commemorazioni unanimità cè stata. Ma unanimità nel votare contro. Contro sia al ricordo di Nucci Novi sia a quello di Maria Chighine. Indiscrezioni dicono che intenzione dei capigruppo fosse quella di «non creare un pericoloso precedente». Nucci Novi, nella sala Rossa non aveva mai avuto alcun incarico istituzionale. E se per altri «padri della patria» si è fatta un'eccezione, è solo perché a livello comunale il minuto di silenzio è riservato a «figure che hanno ricoperto cariche a livello istituzionale nel Comune di Genova o per importantissime personalità a livello italiano e mondiale». Così come il ravennate Arrigo Boldrini, segretario nazionale dell'associazione partigiani d'Italia e ricordato da molti - scrive il giornalista Pansa - come il «comandante Bulov». A quanto pare, invece, il prestigio di Nucci Novi non era abbastanza.
Alla notizia della scelta dei capigruppo, il consigliere di Alleanza Nazionale Giuseppe Murolo, ne prende le distanze: «A volte - spiega Murolo - servirebbe una maggiore sensibilità ed elasticità da parte dei capigruppo. Così come è stato ricordato anche in bellissimi editoriali del Giornale, la personalità di Nucci Novi è stata importantissima per la nostra città e ha portato in alto l'immagine di Genova in tutto il mondo».
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